Perché i clienti della Generazione Zeta saranno un osso duro

In un paio d’anni, la Gen Z, quella dei nati dopo il 1998, sarà più influente dei Millennial. Cosa la distingue? L’attenzione alla reputazione, la cura nello shopping e un forte spirito imprenditoriale. E tutte le aziende, dalle assicurazioni al fashion, dovranno tenerne conto.

Pubblicato il 25 Gen 2016

Le aziende hanno appena cominciato a costruire le proprie strategie intorno ai Millennial, e già bisogna guardare alla generazione successiva.

Post-Millenials, Centennials, Homeland generation, Plurals, Gen, Digitals, Screeners, Tweenials, sono tanti i “nomignoli” che tale generazione si è già guadagnata. Goldman Sachs li definisce Gen Z e li ha inseriti nel proprio radar dei temi emergenti, una generazione che le aziende (e tutte le organizzazioni) dovranno cominciare a capire meglio, visto che oltre a essere un esercito di consumatori, saranno presto molto influenti nella diffusione di marchi e prodotti online.

Perchè?

Sono molto diversi dai Millennial (Gen Y). Sebbene questi ultimi (i nati dopo il 1985) siano stati coloro per i quali è stata coniata la definizione “digital native”, secondo Goldman Sachs è la Gen Z (composta da individui nati dopo il 1998, quindi i più adulti cominciano ora ad andare all’università o entrano nel mondo del lavoro) a essere realmente “nativa digitale”, tanto da essere incapace di immaginare un mondo senza internet.

La Gen Z è mediamente collegata online per almeno un’ora al giorno, ma quasi la metà di essa è collegata per 10 o più ore al giorno. Tuttavia, a differenza dei loro predecessori millennial, la Gen Z appare più consapevole della necessità di proteggere la propria reputazione online. Per esempio, più della metà (57%) si astiene dal pubblicare qualcosa online quando ritiene che potrebbe avere delle conseguenze negative in futuro. Questo li rende degli influencer molto più maturi e autorevoli.

Per quanto riguarda le abitudini di spesa, naturalmente questi giovani individui sono abituati allo shopping online. Ma, la loro capacità di navigare, accoppiato a con una mentalità parsimoniosa, ha creato un esercito di cacciatori di affari per i quali il passaparola della rete ha un’importanza fondamentale.

Secondo quanto afferma Goldman Sachs, negli Stati Uniti, la Gen Z si caratterizza anche per la cosiddetta “diversity”: la società americana sta cambiando e negli ultimi 10 anni c’è stato un aumento del 50% della popolazione giovane multirazziale, cioè figlia di genitori di diversa etnia, e il fenomeno si rafforzerà. La Gen Z supera ogni considerazione legata a differenze razziali, sessuali o di genere, normalizza una serie di cose e lo esprime anche nella moda, per esempio, con lo stile denominato “normcore”, caratterizzato da colori neutri, capi semplici, basici, quasi noiosi e la totale assenza di loghi esposti, quasi a voler rinnegare l’identificazione personale con un particolare brand. Punto questo, che per i marchi moda e il settore retail sarà una bella sfida.

La Gen Z, cresciuta in un periodo segnato da crisi economica e tensioni socio-economiche, se non anche guerre, ha una mentalità meno idealista, e una prospettiva più pragmatica del mondo. Il loro approccio alla gestione delle risorse finanziarie è molto più conservatrice rispetto ai Millennial e prestano molta attenzione alle conseguenze finanziarie delle proprie azioni. Sono maturi e avveduti, non sono facile preda dei brand.

Si preoccupano moltissimo del proprio futuro e in particolare del costo della propria istruzione (in US andare al college è sempre più un lusso e spesso gli studenti si devono indebitare per poter accedere); ma manifestano anche moltissimo spirito imprenditoriale (circa il 70% utilizza sistemi online come eBay per vendere qualcosa o per offrire lezioni di qualche genere) e considerano il “fare un sacco di soldi” come prova del successo.

Ma è anche la fiducia in se stessi e la capacità di “far sentire” la propria voce che impressiona della Gen Z, basta guardare la lista del Time Magazine dei “30 più influenti teen ager al mondo” per farsi un’idea: ci sono gli sportivi, gli attivisti, i geni scientifici, ma anche molte star di youtube, di Vine, di Instagram, capaci di gestire milioni di fan. Anche dare un’occhiata ai Ted Talks, o alle piattaforme di crowdfunding, permette di valutare la presenza autorevole di questi giovani in ambiti piuttosto impegnativi. “Datemi uno smartphone e conquisterò il mondo” potrebbe essere il loro slogan. Se per tutte le generazioni di ogni tempo è sempre stato importante essere ascoltati, Gen Z ha sicuramente i mezzi per farsi ascoltare e la capacità di utilizzarli in modo efficace, senza alcuna remora o titubanza.

Per un ulteriore approfondimento sulle caratteristiche della Gen Z, qui di seguito una presentazione realizzata dalla nota agenzia di marketing e pubblicità americana Sparks&Honey., che ha realizzato anche quella che trovate a questo link.

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