Wearable, il successo passa dalle assicurazioni? Per Fitbit sembra di sì

Il mercato dei dispositivi indossabili stenta a decollare. Il leader mondiale stringe un accordo con la compagnia assicurativa US UnitedHealthCare per premiare gli utenti che raggiungono determinati obiettivi di fitness. E subito le azioni ripartono in Borsa…

Pubblicato il 11 Gen 2017

Secondo le più recenti (dicembre 2016) stime IDC sul mercato dei wearable, nel terzo e ultimo trimestre del 2016 la crescita è stata molto modesta, pari al 3,1% , guidata dai fitness tracker, mentre una netta battuta d’arresto si è registrata sul fronte smartwatch, le cui vendite si sono addirittura dimezzate.

E’ ormai evidente è che rispetto alle previsione ottimistiche degli anni passati sul grande boom dei werable, la risposta del mercato ancora non c’è stata, quanto meno non nella misura che ci si aspettava, infatti diverse società di consulenza hanno rivisto le previsioni al ribasso.

Quello che non cala è invece l’interesse per i wearable da parte delle compagnie assicurative. Sarà forse la sinergia tra queste due industrie a guidare la crescita dei fatturati per i dispositivi indossabili?

In questo articolo di opinione, il Venture Capitalist Paolo Gesess aveva osservato come sebbene manchi ancora una killer application in grado di trainare l’adozione dei wearable device, per il settore assicurativo i dispositivi indossabili che raccolgono dati siano già l’hardware più interessante degli ultimi anni.

Il principale driver per l’adozione dei wearable è alla base il tema salute, fatto che si correla con l’individuazione del settore assicurativo come una delle industrie che maggiormente potranno beneficiare dell’uso di tali dispositivi, ed essere per questo apprezzate dai loro clienti.

Un esempio in questa direzione ci arriva dalle cronache d’oltremare di questi giorni: Fitbit (che attualmente è secondo IDC al primo posto al mondo per vendite) ha raggiunto un accordo con uno dei grandi colossi americani delle assicurazioni salute UnitedHealthcare, in base al quale il Charge 2 tracker (uno dei più recenti device lanciati da Fitbit) diventa il wearable ufficiale del programma benessere Motion (un benefit, in sostanza), lanciato lo scorso anno dalla compagnia insieme a Qualcomm, e destinato ai dipendenti aziendali. Il programma premia gli utenti con crediti di assistenza sanitaria fino a 1500 dollari per il raggiungimento di obiettivi di fitness, che saranno adesso monitorati e registrati con precisione appunto attraverso il braccialetto Fitbit e inviati in maniera sicura (via Qualcomm) a UnitedHealth.

Lanciato come progetto pilota, Motion era fino a ora destinato solo alle imprese di piccole e medie dimensioni in 12 stati, ma, la partnership con Fitbit prevede anche l’allargamento del programma in 40 Stati per qualsiasi impresa con più di 100 dipendenti.

L’accordo, annunciato nei giorni scorsi al CES di La Vegas, ha fatto fare subito un’impennata alle azioni Fitbit, che nel corso dell’anno erano scese fino al 75% a causa delle notizie poco confortanti sui cali delle vendite. Il mercato azionario, dunque, vede molto di buon occhio la strategia dietro l’accordo tra Fitbit e la compagnia UnitedHealthcare, una strategia che punta a trasformare la società da consumer electronics company a digital healthcare company.

“Credo che l’accordo con UnitedHealthcare sia stato un incredibile affare per noi. – ha dichiarato il Ceo di Fitbit James Park in un’intervista con la Cnbc – Le persone ci hanno sempre chiesto quando avremmo cominciato a collaborare con le assicurazioni sanitarie. Abbiamo lavorato a lungo a stretto contatto con i datori di lavoro, ma il settore assicurativo si è preso il suo tempo, perché ci sono un sacco di dollari in gioco, così hanno svolto ricerche approfondite e un sacco di studi interni che verificare che l’utilizzo di wearable può effettivamente tradursi in un risparmio nei costi dell’assistenza sanitaria”.

La volontà di diventare una digital healthcare company non si ferma all’accordo con UnitedHealth, Fitbit ha annunciato nei giorni scorsi anche altre partnership con tre società che si occupano di benessere e nutrizione, Habit, Peloton, e VirZOOM. E appena lo scorso dicembre un importante accordo con Medtronic, destinato a sperimentare l’utilizzo del tracker della società nella gestione delle cure per i malati di diabete di tipo 2, patologia che solo in US colpisce 29 milioni di persone.

Fitbit ha già un suo posizionamento in US nel mondo del corporate wellness , oramai piuttosto diffuso nelle grandi aziende d’oltreoceano, che come è noto si fanno carico della copertura assicurativa sanitaria dei loro dipendenti e vedeno pertanto molto bene l’introduzione di programmi “benessere” che aiutino i dipendenti a rimanere più in forma e ammalarsi di meno. Ciò che rende più importante l’accordo con UnitedHealthCare è il fatto che si tratta della prima volta in cui il wearable tracker è integrato (non semplicemente consigliato) nello stesso piano di copertura assicurativa, concepita per offrire gratificazione finanziaria al raggiungimento di obiettivi, che devono essere dunque tracciati.

Una partnership siffatta può diventare un modello di sinergia tra industria wearable e insurance che può spingere la vendita dei dispositivi e portare molti vantaggi alle assicurazioni, ma anche ai consumatori. L’infografica che segue, originariamente pubblicata da Hit Consultant, rappresenta una serie di tali vantaggi.

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