Sicurezza, ecco la startup che previene le frodi online con l’intelligenza artificiale

Unfraud ha inventato un algoritmo capace di intercettare e prevenire le minacce al business online che aumentano anche in ambito assicurativo. Già finanziata da Tim Ventures, la società mira a portare la sua sofisticata tecnologia anche nel mercato internazionale

Pubblicato il 25 Ott 2017

L’evoluzione delle InsurTech sposta una parte delle transazioni sull’online, ma i benefici legati alla digitalizzazione dei rapporti impongono una rinnovata attenzione rispetto ai temi della sicurezza e delle frodi online. Il comparto della fraud prevention, infatti, ad oggi vale 10 miliardi di euro ma le previsioni parlano di un raddoppio, da qui ai prossimi tre anni. Nel 2016 le aziende a livello mondiale hanno subito perdite nell’ordine dei 4 miliardi di euro, ma l’incremento anno su anno è pari al 15%. Solo in Italia gli ammanchi legati alle frodi on line sono nell’ordine dei 60 milioni di euro e le stime per il 2018 parlano di 109 milioni euro.

Unfraud, la startup campana che promette di fare al differenza

In questo contesto c’è una buona notizia: una startup italiana ha inventato un algoritmo capace di intercettare, ma anche prevenire le frodi che possono minacciare le transazioni finanziarie. Si chiama Unfraud: un nome, un programma. Nata nel 2014 da un’idea dall’economista Andrea Puzo e da due ingegneri, Vincenzo Paduano e Armando Monaco, la società campana è entrata subito nel percorso di accelerazione di TIM #WCap, acceleratore di TIM. L’anno seguente Unfraud si è classificata fra i finalisti del CheBanca! GrandPrix, competizione lanciata dall’istituto di credito per individuare, premiare e sostenere le startup più innovative d’Italia in ambito fin-tech e a maggio del 2016 TIM Ventures, il Corporate Venture Capital di TIM, ha deciso di investire sulla startup 100mila euro.

Come funziona l’intelligence security di Unfraud

Basata su algoritmi proprietari che riescono a controllare contemporaneamente centinaia di variabili per singola transazione e ad apprendere dall’esperienza, Unfraud determina modelli dinamici di comportamento, isolandoli e segnalandoli al sistema. È questo che fa la differenza rispetto agli strumenti antifrode tradizionali basati su regole statiche.

“Il nostro obiettivo – ha spiegato Armando Monaco, oggi CEO di Unfraud – è rendere il mercato online più profittevole per i merchant e più sicuro per gli acquirenti. Unfraud è una piattaforma che si adatta al modello di business di qualsiasi organizzazione. La piattaforma, anche senza un layout predefinito, è in grado di collezionare per ogni evento migliaia di dati reali, consentendo ai clienti di scegliere soltanto le funzionalità di cui hanno bisogno. Per questo puntiamo, a breve, a entrare nel mercato internazionale”.

Utilizzando una serie di risorse legate all’Intelligenza Artificiale, la Security Platform di UnFraud riesce a prevenire e individuare le frodi in tempo reale lavorando attraverso meccanismi predittivi che consentono addirittura di anticipare gli attacchi. In che modo? Grazie a una serie di soluzioni integrate che lavorano in maniera congiunta.

Unfraud ha come cuore della soluzione Tomoko un sistema per il riconoscimento delle frodi costruito con tecnologie di Deep Learning. Per intercettare e identificare i cyber pattern la piattaforma utilizza Augusta, strumento di data augmentation capace di riconoscimento semantico avanzato rispetto ai flussi di informazioni che arrivano da più fonti, dai database ai social networks. I meccanismi di protezione si innescano attraverso BeA (Behavior Analytics),strumento che analizza il comportamento dell’utente sapendo riconoscere anomalie sospette. A completare la soluzione DaViDa (Data Visualization Dashboard), un sistema di monitoraggio che permette di visualizzare su un cruscotto centralizzato la panoramica delle frodi e del business considerando su delta temporali settimanali e/o mensili, l’attività degli utenti e le transazioni.

“Il cybercrime è la patria del Dark Web – ha concluso Monaco – per questo motivo abbiamo sviluppato DaWSko (Dark Web Scout), un strumento in grado di rilevare quali clienti provengono dal Deep o Dark Web come, ad esempio un nodo TOR, e che quindi potrebbero essere malintenzionati”.

– A Roma il prossimo 14 novembre, ore 9.00 – 13.00, la seconda edizione del Cyber Security Summit, leggi di più

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