La smart home è un ambito dell’internet of things tra i più interessanti per il settore assicurativo, trattandosi di tecnologie sempre più efficaci per migliorare la sicurezza e la protezione della casa e dalla famiglia che la abita in un’ottica di ‘preventive insurance’.
Un mercato, però, che come per quello dei werable, ogni anno si predice il boom, ma il vero boom non vi è ancora stato: il trend è certamente di crescita e lo conferma anche questo ultimo report di GSM (GSM Association) insieme con Z-Wave Alliance, dal titolo “Smart home strategies that pay off: Takeaways from examples of early success for telcos and service providers” che riporta una stima, per le entrate derivanti dal mercato globale delle case intelligenti, di 121,73 miliardi di dollari entro il 2022.
Il Nord America detiene la quota maggiore del mercato; e si intravede ancora ampio spazio per un’ulteriore crescita. Gli Stati Uniti hanno registrato una sostanziale crescita anno su anno del numero di case collegate e questo dovrebbe continuare.
L’Europa sta seguendo il Nord America, come anche la regione Asia-Pacifico (APAC), e vedranno una significativa crescita nei prossimi anni, tanto che il mercato europeo delle case intelligenti raggiungerà i 15,28 miliardi di dollari entro il 2020, mentre l’APAC un valore di 9,28 miliardi di dollari, sempre entro il 2020.

In Italia vi è un esempio di come una compagnia assicurativa può cogliere le opportunità offerte dalle tecnologie smart home per innovare la propria proposta di servizi assicurativi arriva da BNP Paribas Cardif (che per alcuni altri progetti d’innovazione ha ricevuto due menzioni speciali nel premio Cerchio d’oro” di AIFIn), che già da alcuni anni propone con le polizze casa anche la soluzione Habit@t Homebox che attraverso un dispositivo connesso e un sistema di telematica integrata e di assistenza sempre disponibile, consente di monitorare la propria casa e ricevere un aiuto tempestivo in caso di pericolo o di riparazioni urgenti.