Guidare un auto sarà un hobby, come andare a cavallo

Lo dice Elon Musk, fondatore di Tesla, che aggiunge “nessuno comprerà un veicolo che non sia autonomo”. Intanto Google brevetta un software per far “parlare” la sua piccola car, che ha il record di chilometri percorsi, con i pedoni

Pubblicato il 13 Gen 2016

Secondo Elon Musk, il visionario fondatore di Tesla, la rivoluzione in atto nel settore auto è tale che in futuro guidare un’auto sarà un fatto inusuale e un pò eccentrico, per appassionati, perchè la normalità sarà fatta di auto che si guidano da sole. “Nel lungo periodo nessuno comprera’ un’auto che non sia autonoma. Possedere un veicolo che non si guida da solo in futuro sara’ come avere un cavallo, potrai tenerlo e usarlo per ragioni sentimentali, ma non per un uso quotidiano”. Cosi’ si è espresso il numero uno di Tesla in un’intervista alla Bbc rilasciata nei giorni scorsi e riportata da Ansa.

L’imprenditore, fortemente impegnato in ogni genere di mobilità del futuro anche con la società Space X (viaggi spaziali) e il progetto Hyperloop, un treno che supera i 1000 chilometri orari, non manca certamente di visione, né di audacia imprenditoriale. E non teme concorrenti, perchè il settore driverless car sarà ampio e ci sarà spazio per tutti. Nella stessa intervista, sollecitato sul tema Apple (potenziale concorrente di Tesla che però non ha mai confermato lo sviluppo di una Apple Car elettrica) ha detto “è il segreto di Pulcinella. E’ piuttosto difficile nascondere qualcosa se assumi piu’ di mille ingegneri per realizzarla”.

Come già successo per gli altri device della mela morsicata, parte del successo al lancio del prodotto è dovuto all’estrema segretezza di cui sono circondati fino al rilascio. Anche per la Apple Car, è ormai considerata una certezza che esiste un progetto di veicolo (nome in codice Titan) al quale si lavora alacremente dedicato centinaia di ingegneri e dipendenti. Tra le ultime prove-provate ci sarebbero le registrazioni di domini internet come apple.car, apple.auto, ecc.

Una cosa però è certa: quando la Apple Car (o iCar) sarà un altro pezzo dell’ecosistema Apple e ciò deve far preoccupare sopratutto i costruttori tradizionali.

Un altro punto da tener presente è la tempistica: Tesla sta sviluppando le proprie tecnologie driverless e non ha segreti circa l’avanzamento dello sviluppo, che pubblica periodicamente nel suo blog. La sua strategia è di introdurre tali avanzamenti gradualmente nel Model S. Tra le ultime caratteristiche introdotte, per esempio, c’è il pilota automatico e il cosidetto Summon, un’applicazione (gestibile da smartphone) che permette di richiamare l’auto o di farla parcheggiare da sola, nel garage, quando quando si torna a casa.

E intanto Google?

I prototipi di Google Car sono quelli che fino a oggi hanno circolato su strada pubblica, a Mountain View e ad Austin, percorrendo oltre un milione di miglia. Molto lentamente, ma le hanno percorse. Il che significa aver testato parecchio le capacità dell’auto senza conducente di comportarsi adeguatamente nel traffico e di fronte a imprevisti. Rapportarsi all’ambiente circostante è uno dei punti maggiormente importanti e difficili da risolvere nello sviluppo dell’intelligenza delle auto autonome.

Tra la marea di brevetti che Google ha registrato recentemente, ve ne sono alcuni che riguardano la comunicazione tra l’auto e il mondo dei pedoni. Attualmente è l’autista che si occupa di attività tipo dare un colpo di clacson o metter la freccia, che abbassa il finestrino e si esprime verbalmente, che con anche il semplice contatto visivo allerta il pedone sulle sue intenzioni, come ad esempio “ti ho visto, mi fermo, puoi attraversare”. Per Google anche l’auto autonoma deve poter comunicare con i pedoni in modo pseudo-umano, per rassicurare il pedone, che non è abituato a un veicolo senza conducente: così ha brevettato un sistema di “pedestrian notification” che prevede tra le altre cose l’uso di notifiche verbali (quindi il veicolo autonomo parlerà); di una mano meccanica capace di mimare gesti umani; di display luminosi con segnali particolari su sportelli o cofano; degli occhi robotici che permettano al pedone di capire che “è stato visto”.

Detta così richiama un pò l’immagine del celebre “Maggiolino tutto matto” nell’omonimo film degli anni ’60, ma ci da anche la misura di quante variabili debbano essere considerate nello sviluppo di queste tecnologie, compresa quella della nostra “accettazione”. Nei prossimi 5-10 anni le driverless car potranno essere diffuse e “normali”, come dice Elon Musk, ma solo se le persone impareranno a fidarsi.

(Google tiene aggiornato il suo pubblico sui progressi della sua car attraverso report mensili, cui è possibile accedere direttamente da questa pagina.)

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati