Il sogno di Blablacar in sei lettere

D.R.E.A.M.S. Declarared, Rated, Engaged, Activity, Moderated, Social. Ecco il manifesto della sharing economy secondo il principale operatore europeo di ridesharing

Pubblicato il 20 Ott 2015

Blablacar, il servizio che connette le persone per condividere (anche nelle spese) i viaggi in auto da città a città, ha appena raccolto un investimento da 200 milioni di dollari (che si aggiunge ad altrettanti già presi negli scorsi anni) e che porta la società a essere valutata oltre il miliardo e mezzo di dollari. Fondata in Francia nel 2006, Blablacar ha 20 milioni di utenti in 19 paesi e un’organizzazione di circa 400 dipendenti.

Oggi può essere considerata un manifesto della sharing economy. Un servizio che funziona bene, affidabile, ecologicamente corretto, che permette di risparmiare al singolo, ma complessivamente ha messo in moto nuova economia, che fa incontrare le persone e le fa anche viaggiare più sicure.

Nata con ambizioni abbastanza contenute rispetto al mercato, che era quello Europeo, Blablacar è riuscita a conquistare velocemente milioni di utenti in molti mercati emergenti come la Turchia, l’India, o la Russia. Sorprendendo gli stessi fondatori. “Ci sono pochi servizi che riescono a mettere insieme le persone in modo così veloce come noi facciamo – ha dichiarato al NYT Nicolas Brusson – e siamo stati davvero sorpresi di quanto velocemente le persone abbiamo accolto il servizio nei mercati emergenti.” America Latina, Asia Nord America sono le prossime sfide. Ma già attualmente Blablacar può essere considerata la principale applicazione per il ridesharing su lunghe distanze al mondo. Ogni mese circa 2 milioni di persone organizzano il proprio viaggio, di lavoro o di piacere, attraverso il servizio condividendo le spese, ma anche l’esperienza di viaggio. Il nome Blablacar non è casuale: gli utenti, quando si iscrivono al servizio possono indicare se sono persone “bla”, “blabla” o “blablabla” , cioè indicare il loro livello di chiacchiera (nei viaggi in auto è un elemento importante avere i compagni giusti).

Il modello sharing economy funziona, e la sharing economy della mobilità, in particolare, si sta dimostrando vincente. Le persone non sentono più l’esigenza di possedere un proprio veicolo, ma hanno senza dubbio la necessità di utilizzarli, su questo punto concordano ormai anche gli analisti, in particolare quelli citati da Blablacar in una comunicazione ufficiale divulgata per la recente fiera IAA in Germania, dove ha portato la propria visione di futuro della mobilità, convalidata dalla propria case history. “Essere mobili, spostarsi, è sempre stata una necessità umana basilare e lo sarà sempre. -afferma l’analista LarsThomsen – Tuttavia gli sviluppi del mercato stanno mostrando chiaramente che alle persone non interessa più possedere un’auto. A loro interessa solo avere accesso a una serie flessibile di opzioni di mobilità. Anche quelli che possono permettersi un’auto, fanno la scelta consapevole di non acquistarla. Scelgono le alternative, come l’uso di una piattaforma di ridesharing come Blablacar”.

Secondo lo studio TNS Emnid study: The Sharing Economy from a consumer point of view” (riportato nello stesso comunicato e condotto nel mercato tedesco), il ridesharing è l’esempio meglio conosciuto di sharing economy tra i consumatori tedeschi, il 94% sa che cos’è e un terzo di essi lo utilizza. Si pensi che nel mercato tedesco Blablacar ha registrato una crescita del 60% nei primi mesi del 2015. Blablacar sostiene il proprio modello come quello davvero vincente nella sharing economy, per diverse ragioni. Oltre al tramonto del mito del possesso dell’auto piuttosto che l’accesso al suo utilizzo, la piattaforma permette alle persone di viaggiare insieme, in modo sicuro, affidabile e eco-friendly.

La sicurezza e la fiducia sono elementi che Blablacar ha tenuto presenti nel costruire l’applicazione, infatti ci si iscrive con un profilo personale, c’è un sistema di rating e una sezione social con funzionalità dedicate alla relazione tra i membri.

Sulla fiducia si basa tutta la costruzione del modello Blablacar, che ne ha persino organizzato e divulgato il modello D.R.E.A.M.S. , in sei punti, che sono la chiave della sharing economy.

(scarica il pdf qui)

dreams - blablacar

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