Insurtech, Google c’è: i piani e gli investimenti di Big G sulle startup

L’interesse di Big G per il settore assicurativo è sempre più chiaro, gli ultimi investimenti dei suoi fondi di venture capital e le dichiarazioni del direttore di CapitalG non lasciano dubbi. “Ci piace molto il mercato”, ha detto Jesse Wedler

Pubblicato il 05 Nov 2018

Applied System ed Ethos sono i recenti investimenti realizzati dai fondi di venture capital che fanno capo ad Alphabet (Google) e che mettono decisamente in una nuova prospettiva l’interesse di Big G per il mondo assicurativo.

Applied System è una società non più in fase startup, ma di crescita, in cui a investire è stato il fondo CapitalG, destinato appunto agli investimenti cosiddetti ‘Growth Equity Investment’, ossia quelli che sostengono l’espansione delle società partecipate. L’annuncio dell’operazione risale allo scorso 16 ottobre.

Applied System opera nel B2B offrendo alle Compagnie assicurative un software basato su cloud che automatizza tutto il ciclo di vita dell’assicurazione e rende più efficiente tutta la gestione dell’attività assicurativa, a supporto anche di agenzie e brokeraggio. E’ operativa nei mercati di Stati Uniti, Canada, Repubblica d’Irlanda e Regno Unito, dove negli ultimi 5 anni ha raddoppiato in termini di dimensioni e ricavi, allargando la sua base clienti e il suo portfolio di prodotti.

Gene Frantz di CapitalG ha dichiarato: “Applied Systems è un pioniere nel settore assicurativo, ha trasformato il modo in cui gli assicuratori, gli agenti e i clienti fanno affari nel cloud. Siamo entusiasti di collaborare con Applied Systems per sostenere la rapida crescita della società e rendere la sua tecnologia la migliore del settore. Non vediamo l’ora di mettere a disposizione di Applied System alcuni dei maggiori esperti mondiali di Google e Alphabet per dare impulso all’innovazione nell’ecosistema assicurativo globale”.  Effettivamente l’accordo prevede che Applied possa ora accedere alla tecnologia e agli esperti di Google in settori quali l’intelligenza artificiale, il machine learning e il marketing digitale.

“Ci piace molto il mercato”, ha detto Jesse Wedler, uno dei principali azionisti di CapitalG – “Cercheremo sicuramente investimenti aggiuntivi nello spazio delle tecnologie assicurative”. Si riferiva all’interesse da parte del fondo CapitalG, ma per Alphabet si tratta certo di una strategia complessiva più ampia, che coinvolge tutti i suoi bracci di venture capital.

Infatti questi ulteriori investimenti sono subito arrivati: Ethos, startup in cui ha investito GV, Google Ventures, il fondo destinato agli investimenti early stage: 35 milioni di dollari i capitali raccolti complessivamente dalla giovane società in un round di finanziamento guidato da Accel e sostenuto appunto da Google Ventures. L’azienda è ora valutata oltre 100 milioni di dollari.

Cosa fa Ethos? Utilizza l’analisi dei dati per prevedere l’aspettativa di vita di una persona ed è in grado, secondo quanto afferma, di ridurre il tempo normalmente impiegato per richiedere polizze di assicurazione sulla vita da 10 settimane a soli 10 minuti; inoltre riesce a gestire i claim in “alcune settimane”. Sostiene inoltre che per oltre il 99 per cento dei suoi clienti non richiede un esame medico o un’analisi del sangue per ottenere una polizza.

Negli ultimi 4 mesi Ethos ha moltiplicato di oltre il 400 per cento il fatturato, i clienti e prestazioni negli ultimi quattro mesi.

In un precedente round d’investimento Ethos aveva già raccolto 11,5 milioni di dollari in US da family office e società di investimento di Hollywood e da celebrità sportive, tra i suoi investitori ci sono Will Smith, Robert Downey Jr, Jay Z; e Sequoia Capital, società di investimento leader nella Silicon Valley.

Si tratta solo dei più recenti passi dei Alphabet-Google nel mondo insurtech, i suoi fondi hanno partecipazioni in Lemonade, Collective Health, Oscar (ha investito 375 milioni di dollari), Gusto, Cover Hound. Alcuni anni fa, Google aveva fatto anche un tentativo nell’insurtech ‘consumer’ con Google Compare, un sito che comparava servizi finanziari di diverso genere: mutui, carte di credito, polizze auto e casa, rimasto in piedi circa un anno e poi chiuso perché non era sufficientemente remunerativo. 

Ma, abbandonato il mercato consumer, non è assolutamente scemato il suo interesse per il settore assicurativo. D’altro canto possiamo facilmente ipotizzare due ordini di ragioni, interconnesse, che possono spingerla in tale direzione: la prima è la logica del venture capital; la seconda, la sua expertise in ambito tecnologico.

In quanto venture capital, le opportunità che in questo momento l’insurtech offre sono enormi: l’industria assicurativa è ancora in pena disruption, le Compagnie che hanno tardato ad entrare nell’era digitale oggi, volenti o nolenti, ne sono coinvolte, scombinate e trascinate, e cercano di collaborare o di acquisire le giovani insurtech. Per un venture capital è una situazione ottimale, se si sa scegliere su chi puntare. Secondo Deloitte il 2018 si caratterizzerà per la crescita nel taglio di investimenti, che diventano più importanti, e nelle strategie dei venture capitalist, che puntano adesso non più solo su startup early stage, ma su startup in espansione.

Un altro analista pensa addirittura che questa evoluzione taglierà fuori il corporate venture capital, cioè i fondi delle Compagnie assicurative. “Gli investitori sono chiaramente disposti ad aumentare le scommesse su insurtech e i cicli di finanziamento stanno diventando sempre più grandi”. – ha detto Rafal Walkiewicz, Ceo di Willis Tower Watson a TechCrunch – Ma la maggior parte dei maggiori investimenti sono stati effettuati da società di puro capitale di rischio piuttosto che da operatori del settore con maggiore esperienza nel settore assicurativo. “Forse la posta in gioco sta diventando troppo alta per gli assicuratori”, dice Walkiwicz. “Soprattutto se stanno investendo per imparare a migliorare i processi esistenti”.

Il secondo elemento della strategia Google è il fatto che esso sia uno sviluppatore di tecnologia senza pari: intelligenza artificiale, machine learning, analisi dei dati sono campi in cui la società vanta una conoscenza approfondita e all’avanguardia, che mette a disposizione delle società in cui investe, rendendole più forti e competitive, quasi imbattibili.

Google è quindi una minaccia per le Compagnie assicurative? 

Qualsiasi tech company oggi lo è, anche Amazon per citarne una, i confini tra industrie tradizionali stanno cadendo perché, come ha detto l’investitore Marc Andreessen già nel 2011, ‘software is eating the world’. Quella assicurative è tra le industrie che possono maggiormente ‘essere divorate dal software’, cioè essere completamente digitalizzate e automatizzate in tutto il processo, grazie a big data e intelligenza artificiale, campi in cui, dicevamo, Google è leader mondiale. Il sillogismo è semplice, dunque, Big G è una minaccia per le Compagnie assicurative, anche se non dovesse mai diventare direttamente un player consumer.

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