Wearable device e assicurazioni: così nascono nuovi modelli di business

Manca ancora una killer application in grado di trainare l’adozione dei wearable device, ma per il settore assicurativo i dispositivi indossabili che raccolgono dati sono già l’hardware più interessante degli ultimi anni

Pubblicato il 17 Dic 2015

Nel solo 2019 verranno venduti 148M di wearable device, dispositivi dotati di microprocessore interno che sono in grado di misurare e registrare le nostre attività: di 148 milioni, il 70% saranno Smartwatche, seguiti da un 20% di Fitness Band e Activity Tracker.

Uno dei risvolti più interessanti di questa tecnologia in enorme diffusione è la connessione con il mondo assicurativo. Da una parte molti brand wearable stanno sviluppando business model che coinvolgono il mondo delle aziende per raggiungere margini di profitto non solo legati alla vendita dell’hardware. Dall’altra sono le stesse assicurazioni che iniziano a guardare al mondo dei wearable per innovare la propria offerta e competere nell’affollato mercato dell’Health Insurance.

Wearable, tra aziende e assicurazioni

Oggi la maggior parte dei device necessita di una connessione allo smartphone o al tablet per esercitare il 90% delle proprie funzionalità. Nonostante le proiezioni raccontino di un mercato in crescita ad un ritmo del 35% (CAGR), il valore percepito dagli utenti dei wearable è ancora troppo debole. Spesso i consumatori faticano a percepire le potenzialità di questi minuscoli tracker. La dimensione ridotta degli screen, la durata limitata della batteria e la mancanza di una “killer app” che sia in grado di trainare il livello di adozione, rappresentano i limiti maggiori di questa industria. Per questo, molti dei maggiori brand stanno cercando di rendere questi device sempre più intelligenti e fruibili da qualunque tipologia di utente.

La prossima generazione di wearable come Fitbit o Jawbone Up si sta già preparando a svolgere un ruolo sempre più importante nella definizione dei premi dell’assicurazione sanitaria, stabilendo partnership con numerose realtà aziendali grazie ai suoi programmi corporate. BP America, per esempio, ha trainato i costi della copertura assicurativa al di sotto della crescita media degli Stati Uniti del 6%. 14.000 impiegati, 6000 coniugi e 4000 pensionati hanno ricevuto in regalo Fitbit: tracciando le loro attività è stato possibile definire un premio di assistenza sanitaria inferiore alla media registrata gli anni precedenti.

Fitbit sta anche lavorando per stipulare partnership con Vitality, compagnia assicurativa ex PruHealth, che in UK e US offre uno sconto sull’assicurazione sanitaria in cambio dell’uso del fitness tracker. Il prossimo grande passo nel monitoraggio dei wearable non è l’hardware, infatti, ma l’analisi dei dati raccolti per produrre feedback significativi, come in questo caso, per le aziende e per il mondo assicurativo.

Le assicurazioni e le tech insurance startup

Il mercato globale della Health Insurance vale oggi $2.7 Miliardi. Nel 2014, i fondi di venture capital hanno finanziato con $700M le iniziative di tech insurance; nei soli primi nove mesi del 2015, i finanziamenti sono triplicati. E’ evidente che il mercato non solo è ampio e in espansione ma è anche affollato di nuove imprese tech driven che hanno il potere di ristrutturare i confini di questa industry. Le assicurazioni lo sanno: gli investimenti in startup tech da parte delle assicurazioni hanno registrato infatti il 43% in più rispetto al 2014, che diventa un 725% rispetto al 2013. Non solo investimenti ma anche partnerships. E’ il caso di Axa che ha stipulato una partnership con Withings connected healthcare, offrendo premi e check-in gratuiti per tutti i clienti che acquistano la polizza e monitorano la propria attività. Se oggi le partnership rappresentano in alcuni casi ottimi strumenti di marketing, domani potrebbero andare ben oltre definendo in modo flessibile e customizzato il premio assicurativo.

Il legame tra Wearable e assicurazioni non rappresenta dunque solo un nuovo business model per i wearable, ma anche un ottimo driver di innovazione per le assicurazioni.

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