American insurance, le startup di tendenza

Oscar, Zenefits, SimplyInsured sono alcune delle aziende più innovative. Keywords: tecnologia e semplificazione

Pubblicato il 13 Lug 2015

E’ un fatto noto che la Silicon Valley e gli Stati Uniti in generale siano l’ecosistema più fertile al mondo per la nascita di startup innovative e business dirompenti. E’ anche noto come in questo Paese, fondato su un’economia di libero mercato e su un sistema del welfare che lascia largo spazio all’operare di aziende private, il settore assicurativo, in particolare in ambito sanitario, sia piuttosto solido, il più grande del mondo in termini di fatturato, vale cioè migliaia di miliardi di dollari.

Era solo questione di tempo che tra questi due mondi, imprenditoria innovativa e mondo assicurativo, scoppiasse una grande sinergia, che proprio nel 2015 ha raggiunto il suo apice.

Appena un mese fa, CB Insights (nota società di consulenza e analisi dei mercati) scriveva “Insurance-Tech Startups Are Invading The Multi-Trillion Dollar Insurance Industry”, riportando che dal 2010 ad oggi le insurance tech startup hanno raccolto complessivamente investimenti per 2,12 miliardi di dollari, di cui oltre la metà a partire dal 2014. Il 2015 ha da solo già superato quota 800 milioni di dollari, molti dei quali concentrati nel super investimento in Zenefits, startup con appena due anni di vita, basata a San Francisco, che ha raccolto a maggio oltre 500 milioni di dollari.

Cosa fa Zenefits? Offre una soluzione SaaS alle PMI che permette di gestire da un’unica piattaforma le risorse umane anche da un punto di vista assicurativo e dei benefit, Semplifica la gestione del tutto, appoggiandosi su terze parti per l’erogazione effettiva di molti servizi, in pratica agisce da broker assicurativo.

Zenefits non è un caso isolato, anzi gli unicorni (cioè le startup top) delle assicurazioni cominciano a essere tanti: Navera, Everquote, CoverHound, SimplyInsured, Oration, Benefitter, PolicyBazar, Simplesurance, Stride, Zen99. Tutte hanno in comune che si rivolgono al mondo assicurativo con soluzioni software, cioè siamo di fronte a una di quelle occasioni in cui l’industria del software si “mangia” un’altra industria, nello specifico quella assicurativa. Laddove il business assicurativo tradizionale ha mostrato debolezze, un team di informatici brillanti e intraprendenti ha portato soluzioni.

Una delle realtà più interessanti si chiama Oscar, per essere esatti Oscar Health: basata fondata e basata nella Grande Mela, e non in Silicon Valley, ha finora focalizzato i suoi sforzi commerciali nell’area di New York e New Jersey, arrivando in due soli anni a raggiungere 40 mila clienti e 200 milioni di fatturato annuo. Lo scorso aprile ha raccolto un investimento di 145 milioni di dollari (che si aggiungono a un precedente round da 150 milioni), con una valutazione dell’impresa che si aggira su 1,5 miliardi di dollari. Oscar si propone come una nuova tipologia di azienda assicurativa nel b2c, indirizzandosi a tutti quelli utenti privati che non hanno la copertura assicurativa sanitaria attraverso il contratto di lavoro e che ricadono nel cosiddetto ObamaCare (ovvero Affordable Care Act promosso dal Presidente Obama che ha rivoluzionato il sistema sanitario statunitense).

Facendo leva sulla propria tecnologia, semplifica l’approccio all’assicurazione con dei piani molto semplici, fa leva sulla facilità di utilizzo del sito, sull’attenzione alla persona e alla sua salute. L’immagine su cui intende fare leva (lo si intuisce anche dal nome) è quella del medico di famiglia e di fiducia, la comunicazione è fresca, l’offerta chiara: checkup gratuiti, televisite, consulenze specialistiche, applicazione mobile molto “friendly” per consulenze veloci e ricerche farmaci, addirittura Oscar ripaga un dollaro al giorno a ogni cliente che cammini per un certo numero di passi, misurati con un dispositivo da polso fornito dal partner Misfit Wearables.

Altro caso che fa leva sulla tecnologia e semplificazione è SimplyInsured, startup accelerata da un importante incubatore US quale YCombinator, che ha raccolto ad aprile un primo investimento seed da 1,75 milioni di dollari. Come Zenfits, si rivolge alle PMI, ed è in sostanza un comparatore di prezzi e piani assicurativi (e disbrigo relative pratiche). Il suo algoritmo permette di avere risultati in pochissimi secondi. Certamente non propone un’innovazione sostanziale, ma come si è visto per molti altri settori (vedi anche in Italia i siti come facile.it o segugio.it) i comparatori di prezzi funzionano e possono dare parecchio movimento al mercato e alla concorrenza.

Sul sito AngelList , la principale piattaforma US per l’incontro tra startup e investitori, nella sezione “Insurance Startups” vi sono attualmente in lista 441 startup in vetrina, la maggior parte delle quali legate al settore sanitario. Certamente il mercato US delle “insurance tech startup” così come quello “health care” sono stati spronati dalla rivoluzione del sistema sanitario rappresentata dall’ Affordable Care Act (comunemente noto come Obamacare) che rendendo obbligatorio per i cittadini la copertura sanitaria e mettendo a disposizione risorse finanziarie, ha rimesso in moto la concorrenza e di fatto aperto nuovi spazi all’ingresso di nuove imprese sul mercato.

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