Assicurazioni: la pandemia è un’anteprima del cambiamento climatico

La pandemia Covid e il cambiamento climatico hanno in comune diversi elementi per le assicurazioni, evidenzia un’analisi di Marsh. I rischi legati all’ESG avranno lo stesso effetto di quelli legati alla pandemia? E il mondo sarà altrettanto impreparato?

Pubblicato il 24 Ott 2022

La pandemia e il fenomeno del cambiamento climatico hanno in comune molti più elementi di quanti ce ne si potrebbe aspettare, almeno dal punto di vista assicurativo.

A dirlo è il nuovo report di Marsh, multinazionale statunitense attiva nel settore del broking e della gestione del rischio, che si concentra proprio sulle somiglianze tra emergenza sanitaria e crisi climatica, per fornire un’analisi accurata del passato e uno sguardo attento sul futuro.

Covid e cambiamento climatico: cos’hanno in comune per le assicurazioni?

Secondo Marsh, i rischi legati al clima e alla pandemia hanno almeno tre punti di contatto. In primo luogo, sono entrambi eventi sistemici, che dipendono da molti fattori e le cui conseguenze si ripercuotono in diversi settori, dall’economia alla società, passando per l’ambiente. Inoltre, questi due elementi hanno dimostrato, o stanno tutt’ora mostrando, la generale mancanza di preparazione da parte di cittadini, governi e istituzioni nel gestire nuove, e in alcuni casi impreviste, categorie di rischio. Infine, sia l’emergenza sanitaria che il cambiamento climatico possono essere considerati come “gray rhinos risks”, un termine che indica rischi reali, ma i cui potenziali impatti erano o sono ancora in larga parte sconosciuti.

In particolare, Marsh ha evidenziato come alcuni osservatori considerino la pandemia di Covid-19 come una sorta di “anteprima” delle conseguenze che il cambiamento climatico avrà nel corso dei prossimi anni. L’emergenza sanitaria infatti ha riportato l’attenzione sui rischi sociali, come quelli legati alla salute, al lavoro e ai diritti umani. Allo stesso tempo, sono emersi anche i problemi relativi alla mancanza di una solida struttura di governance, che decida e guidi le proprie attività rispettando i parametri internazionali e una serie di standard etici elevati. In questo modo, quindi, la pandemia incontra i temi tipicamente associati alla Environmental, Social and Corporate Governance (ESG), ossia alla sostenibilità sociale e ambientale delle aziende.

La domanda, quindi, sorge spontanea: i rischi legati all’ESG avranno lo stesso effetto di quelli legati alla pandemia? E il mondo sarà altrettanto impreparato nel gestirli?

Marsh ha cercato di rispondere analizzando i dati annuali, relativi al periodo compreso tra luglio 2020 e luglio 2021, di molte tra le principali compagnie assicurative quotate sui principali mercati finanziari mondiali, combinando diverse categorie di rischio.

La percezione dei rischi ESG e della pandemia

Per quanto riguarda i rischi ESG, l’analisi di Marsh ha mostrato che questi sono considerati particolarmente allarmanti dal 90% delle compagnie presenti in Euronext, il principale mercato finanziario dell’Eurozona, mentre il dato scende al 35% tra le compagnie quotate sulla Borsa di New York (NYSE), al 30% tra quelle sulla Borsa di Hong Kong e al 21% nell’indice FTSE 100, che riunisce le 100 compagnie più importanti quotate sulla Borsa di Londra.

Allo stesso tempo, però, termini come “ambiente” e “clima” sono presenti rispettivamente nel 94% e 62% dei rapporti analizzati da Marsh, a conferma del fatto che le tematiche ambientali rientrano, a tutti gli effetti, tra gli interessi e le preoccupazioni delle grandi società.

Figura 1. La considerazione dei rischi ESG sui principali mercati finanziari – Fonte: Marsh

In particolare, i settori più preoccupati dalle tematiche ambientali, sociali e di governance legate all’ESG sono il retail, l’estrazione mineraria e il turismo, mentre il mondo finanziario risulta essere quello meno interessato.

Per quanto riguarda invece la pandemia, l’80% delle compagnie del NYSE analizzate hanno invece indicato l’emergenza sanitaria come uno tra i principali fattori di rischio da tenere in considerazione per il 2021. Il dato scende al 40% per l’Euronext, al 34% per il gruppo FTSE 100 e al 25% per le società quotate sulla Borsa di Hong Kong. Anche in questo caso, i settori del turismo, l’estrazione mineraria e l’edilizia si sono dimostrati maggiormente preoccupati per gli impatti della pandemia, mentre vale il contrario per il settore finanziario.

Come gestire i rischi ESG? L’importanza della rendicontazione separata

Oggi un numero sempre maggiore di enti regolatori richiede alle aziende di rendicontare le informazioni sui rischi legati al cambiamento climatico in modo indipendente e separato rispetto all’analisi dei rischi finanziari. Questa strategia operativa può infatti fornire una maggiore consapevolezza delle implicazioni finanziarie del cambiamento climatico e, di conseguenza, portare le società a prendere decisioni più mirate in ambito di investimenti, sottoscrizioni e decisioni di credito.

La normativa di riferimento è quella fornita dalla Task Force on Climate-related Financial Disclosures, istituita nel 2015 e aggiornata nel 2021, che richiede alle società di indicare i propri piani in merito a 11 parametri legati al cambiamento climatico.

Dall’analisi di Marsh emerge che solo il 30% delle aziende del gruppo FTSE 100 pubblicano informazioni dedicate nello specifico ai rischi del climate change.

Figura 2: Società del gruppo FTSE 100 con rendicontazione separata per i rischi legati al cambiamento climatico – Fonte: Marsh

Inoltre, la completezza della rendicontazione varia molto tra i diversi settori: il 75% delle società del settore utilities, dell’estrazione e della salute pubblicano un report separato in conformità alle raccomandazioni TCFD, mentre il settore dei servizi risulta essere quello più arretrato da questo punto di vista.

Figura 3. Inclinazione dei diversi settori a rendicontare separatamente i rischi legati al cambiamento climatico – Fonte: Marsh

Assicurazioni e cambiamento climatico, i prossimi passi

Nel periodo intercorso tra luglio 2020 e luglio 2021 è emersa con chiarezza, tra le società di tutto il mondo, tanto l’importanza dei rischi legati alle emergenzie sanitarie quanto quella dei fattori collegati alla governance e alla sostenibilità ambientale e sociale.

L’analisi di Marsh, basata sulle principali compagnie nel gruppo Euronext e di quelle quotate sulle Borse di Londra, New York e Hong Kong, ha evidenziato come le tematiche ESG stiano cominciando ad apparire sempre più spesso nei report annuali delle società, dove vengono spesso segnalati tra le principali categorie di rischio da tenere in considerazione, soprattutto per quanto riguarda l’ambiente e il cambiamento climatico.

Allo stesso tempo, i report delle società analizzate hanno dedicato ampio spazio anche alla pandemia di Covid-19, concentrandosi in particolar modo sullo studio delle sue implicazioni, sulle cause e sugli strumenti a disposizione per gestire e controllare i rischi associati.

In futuro, quindi, possiamo aspettarci che l’interesse per questi due aspetti – l’ESG e le pandemie – continui a crescere, di pari passo con l’attenzione dedicata a questi temi dagli enti regolatori, dai governi e dalle organizzazioni internazionali.

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