Auto autonoma, in UK è un business di Stato

Il governo ha fatto della ricerca sulle automobili senza conducente un pilastro della sua strategia industriale, per garantire al Regno Unito una leadership in questa nuova tecnologia. Svariati milioni di sterline sul piatto, tra gli ultimi progetti finanziati i test per le flotte che sostituiranno i trasporti pubblici

Pubblicato il 16 Mag 2017

FiveAI, una società di intelligenza artificiale di Cambridge, ha appena raccolto oltre 12 milioni di sterline da parte del Governo per accelerare lo sviluppo e la messa a punto di un’auto a guida autonoma da testare nelle strade di Londra entro al massimo un paio di anni. La società sta collaborando con Direct Line, l’Università di Oxford, il Transport for London e il Transport Research Laboratory, e pare che stia preparando una flotta di 10 veicoli autonomi e anche elettrici, collegati a un app per la prenotazione della corsa, in stile Uber praticamente, entro il terzo trimestre del 2019. Stan Boland, direttore generale di FiveAI, ha detto che la prova avverrà a South London e sarà destinata fornire un’alternativa ai pendolari che guidano per andare al lavoro.

Driven – un consorzio di diverse realtà che comprende Oxford Robotics Institute, re/insurer XL Catlin, Nominet, Telefonica O2 UK, Transport Research Laboratory, UK Atomic Energy Authority’s RACE, Oxfordshire County Council, Transport for London and Westbourne Communications, guidato da Oxbotica, spin off dell’Università di Oxford che ha tra i suoi investitori anche una compagnia assicurativa non meglio precisata – ha appena raccolto, sempre dal Governo 8,6 milioni di sterline.

Ha un progetto ambizioso: portare una flotta di veicoli completamente autonomi, connessi tra loro e dispiegati nelle aree urbane e sulle autostrade, a convergere tutti insieme in un viaggio da Londra a Oxford. Questi veicoli funzioneranno all’autonomia di livello 4, cioè hanno la capacità di eseguire tutte le funzioni di guida critiche e di monitoraggio delle condizioni stradali per un intero viaggio, con occupazione zero passeggeri. Nessun esperimento con veicoli autonomi e connessi a questo livello di complessità e integrazione è mai stato tentato in qualsiasi parte del mondo. Tempo richiesto per preparare il test: 30 mesi. Le sfide chiave che il consorzio affronterà sono la comunicazione e la condivisione dei dati tra veicoli connessi; e la modellazione delle polizze dei veicoli connessi e autonomi, cioè profilo di rischio e nuove sfide di cybersecurity che questa quantità di condivisione dei dati porterà.

Il dottor Graeme Smith, AD di Oxbotica, ha dichiarato: “Nessuno ha mai tentato quello che DRIVEN progetta per i prossimi 30 mesi. Stiamo cercando di affrontare alcune delle sfide più importanti che impediscono la futura commercializzazione di veicoli completamente autonomi. Ho piena fiducia nel team di specialisti DRIVEN, conosciuti e rispettati internazionalmente, per realizzare questo progetto “.

Il professor Paul Newman, capo dell’Istituto di robotica di Oxford e uno dei fondatori di Oxbotica, ha detto: “DRIVEN è il primo esperimento del suo genere e porta una serie di nuove domande sul modo in cui questi veicoli comunicano tra loro. Ci stiamo spostando dal veicolo autonomo singolo, alle flotte di veicoli autonomi – e ciò che ci interessano all’Osservatorio di Robotics di Oxford è quali dati i veicoli condividono tra loro, quando e perché “. Singoli veicoli autonomi sono già stati testati proprio a Londra, attraverso il progetto GATEway.

Entrambi i progetti, quello di FiveAI e quello del consorzio Driven, rappresentano gli ultimi esempi di intervento diretto e cash alla mano del Governo inglese verso società che stanno sviluppando tecnologia per la driverless car. Meno di un anno fa, a luglio 2016, il Governo, nello specifico i dipartimenti del trasporto, del business e dell’innovazione, hanno introdotto una serie di misure e un budget da 100 milioni di sterline a supporto del progresso nei veicoli autonomi, con la dichiarata missione di diventare i leader nello sviluppo e implementazione di questa nuova tecnologia per la mobilità. Ne parlò persino la Regina nel suo annuale discorso al Parlamento.

Ulteriori fondi per 390 milioni di sterline sono stati annunciati lo scorso novembre (per driverless car e auto ecologiche) e altri 270 milioni di sterline, piazzati su driverless car e intelligenza artificiale, si sono aggiunti lo scorso marzo, con l’obiettivo di “sostenere tecnologie disruptive che hanno il potenziale per trasformare l’economia britannica”. Non è ben chiaro, come sostiene il Financial Times, se tra gli annunci di tutti questi fondi vi sia una parziale sovrapposizione, ma è certo che l’impegno del Governo per accelerare l’arrivo delle auto autonome e il nuovo comparto automotive che ne sta nascendo è molto serio. E si pensa anche alle infrastrutture: per esempio, è stata da poco annunciata l’investimento di 100 milioni di sterline a sostegno di un cluster di centri di sperimentazione CAV (connected and autonomous vehicole) esistenti in Gran Bretagna, in particolare quelli situati lungo la M40: Coventry, Birmingham, Milton Keynes così come Oxford e Londra.

Creando un cluster nazionale coerente, il governo e l’industria potranno accelerare rapidamente lo sviluppo della tecnologia CAV nel Regno Unito, sviluppare il capitale intellettuale in questo settore, attirare investimenti all’estero e creare un ecosistema nazionale che copre tutti i requisiti di test per la tecnologia CAV da computer Progettazione del programma su test su strada.

Il Dr Graeme Smith, AD di Oxbotica già citato sopra, ha dichiarato al Financial Times: “Siamo a un vero e proprio punto di svolta nello sviluppo della tecnologia dell’auto autonoma. Il Regno Unito ha una serie di straordinarie nuove aziende nel settore dei veicoli autonomi, che hanno un grande potenziale per cambiare il mondo, creando posti di lavoro e producendo prodotti e servizi esportabili dalla Gran Bretagna. Abbiamo un vantaggio e ora abbiamo bisogno di trarre vantaggio da esso.”

Per approfondire, il sito governativo sull’argomento è ricco d’informazioni.

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