Auto elettrica, unico limite la tecnologia

Le previsioni per l’auto elettrica sono piuttosto rosee e tutte le principali case automobilistiche si stanno rafforzando nel settore. E investono nella ricerca perché gli unici ostacoli sono ancora batterie e ricarica

Pubblicato il 29 Mag 2018

Quello dell’auto elettrica è, assieme a mobilità condivisa, guida autonoma e digitalizzazione, uno dei quattro megatrend del 2018 che saranno in grado di giocare un ruolo determinante nello sviluppo del mercato automobilistico di domani.

Sempre più interesse

L’auto elettrica, del resto, secondo il Global Automotive Supplier Study 2018 è sempre più al centro delle attenzioni dei player del settore grazie alla sua capacità di conquistare sempre più l’interesse dei consumatori di tutto il mondo. L’adozione del modello elettrico, però, sarà influenzata anche da problematiche regionali. Negli Stati Uniti per esempio dipenderà molto dall’andamento del prezzo del carburante tradizionale e da quello delle batterie; in Europa dalle restrizioni di accesso alle città consentite solo alle auto a zero emissioni e in Cina dalle problematiche relative all’inquinamento.

Il nodo autonomia…

Una delle principali sfide per le case automobilistiche interessate all’auto elettrica è la ricerca e lo sviluppo di batterie che consentano una maggiore autonomia e una rapida ricarica. Attualmente si parla di 170-200 km a carica, ma già Citröen dichiara che il modello C-Zero può percorrere fino a 150 km senza dover ricaricare, Nissan sostiene che Nissan Leaf permette di guidare per 199 km per carica e la Tesla Model S P85, a detta della casa americana, può arrivare a garantire fino a 491 km.

…e quello del tempo di ricarica

Oltre all’autonomia, altro grosso problema da risolvere è il tempo necessario per ricaricare le batterie: su tratte medio-lunghe (oltre i 2-300 chilometri) non è infatti proponibile doversi fermare per diverse ore in autostrada in attesa della ricarica. Il tempo impiegato dipende però da due fattori: la potenza di ricarica e la potenza massima accettata dalle batterie del veicolo. E se i due valori sono diversi, va preso in considerazione il più basso. Ad esempio, se una stazione di ricarica può erogare7,4 kW ma il caricabatterie interno dell’auto funziona a 3,7 kW, la ricarica avviene a 3,7 kW. E allo stesso modo, se anche il caricabatterie interno è da 7,4 kW ma la colonnina ha una potenza massima di 3,7 kW, la ricarica avviene al valore inferiore. E bisogna considerare che, mediamente, caricando a 3kW di potenza (cioè quella mediamente disponibile a casa) si ottengono circa 13-14 km di autonomia per ora di ricarica, mentre caricando a 11 kW (la potenza media delle colonnine Enel installate in Italia) si arriva fino a 50-55 km di autonomia per ora di ricarica. Supercharger, la tecnologia proprietaria di Tesla per la ricarica, consente di ricaricare a 150 kW, cioè circa 300 km in 25 minuti. Molti costruttori (come ad esempio Toshiba) stanno comunque investendo miliardi per incrementare l’autonomia e diminuire i tempi di ricarica.

Dove si carica l’auto elettrica

Semplificando molto, i veicoli elettrici funzionano come i telefonini: quando il livello della batteria è basso, vanno messe in carica. E la carica avviene sia a casa (preferibilmente installando una presa CEE industriale, perché quelle standard, a causa dell’elevato assorbimento, potrebbero surriscaldarsi e danneggiarsi) sia attraverso colonnine diffuse sul territorio. La nota dolente è che, al momento, queste colonnine in Italia solo poco più di 400, e solo nelle città più importanti, anche se Enel ha un piano per installarne 14.000 entro il 2022.

Come si ricarica

Come per i telefonini, per ricaricare basta collegare l’auto alla rete elettrica: lo si fa prelevando uno spinotto dalla stazione di ricarica e innestandolo nel caricabatterie interno della vettura. Per le stazioni di ricarica pubbliche, per far partire la ricarica è necessario attivare l’erogazione attraverso una card fornita dal gestore.

Il costo di ricarica

La ricarica attraverso le colonnine pubbliche si paga con abbonamento: generalmente si deve prevedere un costo fisso di 25 euro al mese che comprende un numero illimitato di ricariche. Per ricaricare da casa, invece, si deve pagare il canone di noleggio per un contatore aggiuntivo (con quello principale, mentre l’auto è in carica, non si potrebbero utilizzare altri elettrodomestici) che costa in media 60 euro al mese. Per quanto riguarda i puri costi energetici, in media con un euro un veicolo ibrido plug-in viaggia (grazie a una ricarica di un’ora e mezza) per circa 25 chilometri, mentre una percorrenza di 150 km (ottenuta in 8-10 ore) costa circa 5 euro.

I numeri

Sebbene al momento le auto elettriche siano ancora un prodotto di nicchia, secondo il rapporto Electric Car Tipping Point di The Boston Consulting Group l’industria dell’auto si troverà a un punto di svolta tra il 2020 e il 2025, quando i produttori dovranno rispettare standard sempre più severi in termini di emissioni ed efficienza. Dopo il 2025, quindi, le vendite dei veicoli elettrici continueranno ad aumentare anche grazie al costante calo dei prezzi degli accumulatori (che, secondo le previsioni di Bcg passeranno dagli attuali 152 dollari per kWh a 70-90 dollari per kWh tra 12 anni), all’aumento dell’efficienza e alla crescente domanda dei consumatori basata sul Tco (il Total Cost of Ownership, cioè il costo totale di acquisto e gestione dell’auto). E nel 2030 le auto elettriche rappresenteranno oltre il 50% di tutti i veicoli di nuova immatricolazione.

Chi ci crede e chi no

Proprio per questi motivi anche il CEO di Fca, Sergio Marchionne, inizialmente molto critico sull’auto elettrica (“È una minaccia all’esistenza stessa del nostro pianeta”), ha successivamente cambiato radicalmente opinione, sottolineando che “entro il 2025 la metà delle auto prodotte al mondo sarà elettrificata e i veicoli a gas e a benzina cederanno il passo a quelli ibridi ed elettrici. I produttori di auto hanno meno di un decennio per reinventarsi o rischiano di essere travolti dal cambiamento nel modo di alimentare, guidare e acquistare i veicoli”. Assieme a Marchionne, tra i grandi produttori che stanno investendo sull’elettrificazione ci sono, secondo l’AlixPartners Automotive Electrification Index, soprattutto i cinesi (con i marchi BYD, BAIC, Geely, Zhidou e Jianghuai) ma anche alcuni grandi nomi europei, statunitensi, giapponesi e sudcoreani: Renault-Nissan, il terzo produttore mondiale di automobili, si colloca in seconda posizione con 6 milioni di chilometri venduti, General Motors si piazza al quinto posto (2,64 milioni di chilometri) e Hyundai decima (1,84 milioni di chilometri), mentre Volkswagen, il principale produttore mondiale di automobili, undicesima. Mentre Toyota, che vent’anni fa è stata tra i pionieri dell’elettrico e che continua a essere tra i leader degli ibridi, per il futuro sta invece puntando molto più sull’idrogeno che sull’elettrificazione.

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