Digital health: cos’è, vantaggi e mondo insurance

Con l’accelerazione portata dalla pandemia, cresce in tutto il mondo l’interesse per il settore e-health, o digital health. Di cosa si tratta, e quale le applicazioni per le assicurazioni?

Pubblicato il 04 Mag 2022

Photo by National Cancer Institute on Unsplash

L’impatto della trasformazione digitale ha rivoluzionato in modo irreversibile anche il settore della sanità, con l’ascesa del settore digital health, o e-health. Complice la pandemia di Covid-19, infatti, la sanità digitale sta rivoluzionando gli schemi tradizionali dell’ambito medico: dal rapporto tra medico e paziente all’archiviazione dei dati sensibili, passando per le modalità con cui effettuare le visite, le attività di screening e di monitoraggio.

Che cos’è la digital health

La digital health, o salute digitale,  è il punto d’incontro tra tecnologie digitali e il settore della salute personale, del benessere, dell’assistenza sanitaria. La digital health è telemedicina, ma è anche fascicolo sanitario elettronico, app salute, ricetta sanitaria elettronica, digital therapeutics, IoT e dispositivi indossabili, robotica, e via dicendo.

E’ un settore piuttosto ampio, che cerca di rispondere fondamentalmente a una mission: una sanità migliore, più accessibile per tutti, più efficiente, più intelligente.

I vantaggi della e-health

L’e-health abbandona l’approccio tradizionale in cui l’attenzione è posta principalmente sul ruolo del medico per adottare una visione nuova e integrata, che mette il paziente al centro di ogni processo. Nella sanità digitale infatti il paziente non è più un destinatario passivo, ma diventa attore attivo che ha a disposizione tutti gli strumenti necessari per accedere alle cure in modo rapido ed efficiente, contando su consigli e informazioni affidabili e comunicate in modo tempestivo, non appena ne sorge la necessità. Di conseguenza, ogni paziente viene immediatamente identificato dai medici con cui si confronta, che possono così seguirlo in maniera efficace e, soprattutto, personalizzata.

Altro importante vantaggio dell’e-health sta nelle procedure di trattamento dei dati: la sanità digitale infatti offre maggiori garanzie riguardo alla trasparenza dei dati sanitari, permettendo ai pazienti di mantenere il controllo per decidere con chi condividerli e per quali scopi.

Infine, l’e-health porta i benefici della medicina a portata di tutti, in ogni luogo e in ogni momento, grazie alla possibilità di organizzare visite anche in modalità virtuale e ricevere quindi un parere medico a distanza, evitando contatti non necessari.

La digital health e la sanità territoriale

La salute digitale fa rima con prevenzione, personalizzazione, sanità di prossimità, sanità territoriale.

Quest’ultima è quella che ha fatto acqua in Italia nell’emergenza Covid e che ci ha distinto per numero di morti da Paesi come la Germania, dove il supporto sanitario a domicilio è molto più diffuso, come dice l’Osservatorio delle Malattie Rare, che sottolinea: ‘Tra gli addetti ai lavori, ma anche nella consapevolezza collettiva, è ormai piuttosto chiaro che il problema di gestione sanitaria dell’emergenza COVID-19 non fosse tanto, o anzitutto, nella quantità di posti letto, quanto nella facoltà di ‘arrivare prima’ del ricovero, e semmai evitarlo. Facoltà che da anni si invoca con la formula della “sanità territoriale”, che altro non è che la possibilità di dialogo tempestivo e assistenza diretta. Semplice, a casa, addirittura a portata di smartphone o PC. Basta chiedere a Paesi europei come la Germania, dove il ‘mistero dei pochi morti’, a fronte di contagi vicini ai nostri, in realtà non c’è, perché trova risposta in un sistema personalizzato di supporto sanitario, anzitutto a domicilio”.

Sono anni che la digital health si va sviluppando in tutto il mondo e che molti esperti ci dicono che è il futuro della medicina e della sanità, ne avevamo parlato con Roberto Ascione fondatore di Healthware, ma con la pandemia ogni possibile remora culturale, comportamentale, organizzativa ha ceduto di fronte alla necessità di farvi ricorso, mostrando palesemente quanto gli strumenti tecnologici possano fare la differenza nella gestione sanitaria. Lo hanno capito i medici in primis.

Per esempio, secondo un report di CompuGroup Medical (CGM) sulla risposta digitale in Italia all’emergenza Covid-19, durante la pandemia oltre 4mila medici, farmacisti, dentisti, psicologi e altri operatori hanno utilizzato la piattaforma di teleconsulto Clickdoc, fornita gratuitamente durante l’emergenza per alimentare la relazione medico-paziente, salvaguardare la continuità assistenziale, con particolare riferimento alla cronicità. Migliaia di farmacie in tutta Italia hanno inoltre aderito a ricettainfarmacia.it, sistema che, fornito anch’esso gratuitamente, permette al paziente l’invio della ricetta elettronica (NRE) direttamente alla sua farmacia, così da ridurre spostamenti e file e ricevere i medicinali anche a domicilio.

Questa è solo una parte dello scenario “competitor” che si è creato tra le applicazioni di telemedicina nate o cresciute sull’onda dell’emergenza: l’ Instant Report COVID-19 n. 8 di ALTEMS del maggio 2020, evidenziava infatti come molte aziende sanitarie avessero attivato servizi di telemedicina, dedicati sia ai pazienti Covid che non-Covid, già nelle prime fasi dell’emergenza. In generale, secondo la società di consulenza Deloitte, l’emergenza COVID-19 ha complessivamente accelerato l’utilizzo del digitale, sia per i pazienti che per gli operatori sanitari.

Vi sono poi diverse piattaforme “private”: PagineMediche.it – che a marzo 2021 in 10 giorni ha visto l’iscrizione di oltre mille medici alla sua piattaforma di videovisita –, Miodottore.it, DaVinci Salute, Telemedicina del Centro medico Santagostino, Topdoctors, LiviConnect, Ultraspecialisti, ecc. Come riporta la tabella precedente, infatti, l’universo digital health comprende altro oltre alla telemedicina: è anche fascicolo sanitario elettronico, app salute, ricetta sanitaria elettronica, digital therapeutics,  IoT e dispositivi indossabili, robotica, etc.

L’ecosistema digital health

A livello di player l’ecosistema comprende grandi aziende, startup, istituzioni, investitori, il mondo dei medici, degli operatori sanitari e dei farmacisti, le strutture ospedaliere pubbliche e private, le RSA, i pazienti stessi e i caregiver, il mondo della formazione, delle università, della ricerca, ma anche quello delle assicurazioni. Il successo della digital health dipende da tutti questi elementi ed è un processo anche culturale, che mette la persona al centro e ha come obiettivo il miglioramento della salute individuale e del sistema sanitario.

Sul fronte del venture capital e delle startup, che tendono a dettare le tendenze di quello che chiamiamo “futuro”, è opinione degli esperti che nonostante un rallentamento generale degli investimenti registrato negli ultimi due anni, causa coronavirus, nel prossimo futuro il settore sarà probabilmente più vivace proprio negli ambiti direttamente coinvolti nella lotta alla pandemia (i.e., settore dei dispositivi medici e biotecnologie) o in quelli che prevediamo possano influenzare la ripresa dell’economia mondiale nella fase post-Covid-19, in primis la digital health.

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Esempi e applicazioni della digital health

L’e-health fa affidamento sulle tecnologie di connessione di ultima generazione, come il 4G e, ancora di più, il 5G, che abilitano rilevazioni, analisi dati e risposte in tempo reale. Si diffonde anche l’utilizzo di intelligenza artificiale e deep learning, con funzioni di tecnologia predittiva, monitoraggio del dati biometrici e simili processi data driven.

Fondamentali anche i dispositivi interconnessi Internet of Things (IoT), che possono rappresentare un valido aiuto per i medici quando applicati alle piattaforme di telemedicina e alla “smartificazione” di apparecchiature mediche in un sistema interconnesso. Un esempio pratico sono gli smartwatch o gli altri dispositivi wearables che permettono di tenere sempre sotto controllo il battito cardiaco, l’ossigenazione e altri parametri vitali. Questo a sua volta aiuta il campo della medicina preventiva, basata proprio sulle attività di screening precoce.

Come accennato, tra gli esempi di applicazione della digital health troviamo anche la possibilità di svolgere visite mediche a distanza, tramite la telemedicina, e poter quindi ricevere consulti in ogni luogo e in ogni momento. L’e-health permette anche di conservare i dati dei pazienti in modo semplice e sicuro, e di analizzarli con tecnologie all’avanguardia, come l’intelligenza artificiale, per definire terapie ad hoc, affidabili e personalizzate.

Infine, la medicina virtuale semplifica le comunicazioni tra medico e paziente e facilita anche il monitoraggio dell’aderenza terapeutica, per esempio tramite app per smartphone che collegano in video farmacista, medico e paziente per garantire che quest’ultimo assuma il dosaggio di farmaco prescritto nel momento giusto e secondo le modalità indicate.

Il futuro è nella Digital Health

Altro esempio di successo nel campo dell’e-health è il servizio di teleassistenza infermieristica specializzata fornito da ParkinsonCare. Ideato da Careapt – startup del gruppo Zambon – e reso gratuito fin dalle primissime fasi dell’emergenza Covid-19 grazie alla collaborazione con Confederazione Parkinson Italia Onlus, nei primi mesi della pandemia ha contribuito a realizzare 4.500 interventi di supporto a persone con malattia di Parkinson e ai loro familiari, di cui 3.389 in teleassistenza infermieristica, 235 video-consulti con neurologi e altri professionisti del team multidisciplinare, 7 accessi al MMG e 2 soli accessi al pronto soccorso.

Di questo esempio italiano hanno parlato anche pubblicazioni scientifiche internazionali,  come il  Journal of Parkinsonisms and Related Disorders o The Lancet, per sottolineare l’importanza della telemedicina nell’assistenza ai malati di diverse patologie, in particolare di quelle neurodegenerative, che possono essere costantemente monitorate da una rete di figure altamente specializzate all’interno del proprio ambiente domestico, da cui è possibile restituire una prospettiva più realistica delle condizioni del paziente. Si tratta del cosiddetto modello “home-hub-and-spoke”, che mette in comunicazione l’ambito domestico, i professionisti sanitari e il personal care manager, una figura che affianca il paziente nella vita quotidiana, organizzando l’intervento di tutti gli attori coinvolti.

Quello della salute digitale (Digital Health) è stato anche uno dei temi di riferimento della settima edizione del contest internazionale promosso da BNP Paribas Cardif in collaborazione con InsuranceUp, organizzata nel 2020 e dedicata al Next Normal, il futuro dopo la pandemia. Appartiene a questa categoria anche una delle tre startup vincitrici: Morphogram, piattaforma innovativa dedicata ai professionisti del mondo della nutrizione.

Morphogram®, la piattaforma innovativa per il mondo della nutrizione

Digital health e assicurazioni

Il mondo assicurativo si è adeguato rapidamente alle nuove richieste e alle possibilità offerte dalla sanità digitale. Molte startup attive in ambito medico, per esempio, da anni offrono la possibilità di ricevere consulti in modalità virtuale, approfittando quindi della telemedicina.

Altra potenzialità dell’e-health sfruttata dal mondo insurance è quella della cartella clinica elettronica, quindi l’archiviazione digitale dei dati sanitari di un paziente, che in questo modo diventano sicuri, facilmente condivisibili e sempre consultabili.

Inoltre alcuni dispositivi Internet of Things (IoT) collegati all’e-health, come gli smartwatch o altri strumenti in grado di misurare i parametri vitali, possono aiutare le compagnie assicurative a tenere sotto controllo il livello di salute dei propri pazienti, promuovendo se necessario l’adozione di comportamenti salutari.

La grossa mole di dati raccolti e immagazzinati tramite l’e-health può poi essere analizzata tramite l’intelligenza artificiale, che permette di rielaborarli rapidamente per adattarli alle esigenze specifiche del mondo assicurativo.

Le startup in primo piano

Ro

Tra le principali startup attive nel mondo e-health troviamo l’americana Ro, una piattaforma digitale per la salute che si prende cura del paziente dalla diagnosi alla delivery della cura e all’assistenza. Nata a New York nel 2017, fino ad oggi ha raccolto investimenti per un miliardo di dollari.

Il suo Ceo CEO Zachariah Reitano ha espresso un concetto molto importante a Crunchbase. “Pensiamo che l’assistenza sanitaria digitale sia qui per restare”, ha detto Reitano. “Anche se non tutte le problematiche sanitarie sono adatte per l’assistenza a distanza, pensiamo di essere nel bel mezzo di un massiccio cambiamento paradigmatico verso una mentalità digitale, dove i pazienti penseranno prima di tutto se possono ricevere un’assistenza sicura e di alta qualità online, e poi cercheranno un’assistenza di persona, se può servire meglio le circostanze specifiche”.

1000Farmacie

Un esempio italiano recente è invece 1000Farmacie, che a febbraio 2022 ha raccolto 15 milioni di dollari in un round di investimenti guidato da P101 SGR e HBM Healthcare Investments.

La società è nata nel 2019 con lo scopo di unire le migliori farmacie italiane, con i rispettivi magazzini, per mettere a disposizione degli utenti la possibilità di scegliere tra un’ampia gamma di prodotti al prezzo migliore e riceverli direttamente a casa tramite il servizio di consegna, ma, complice il Covid, ha già ampliato la sua missione.

“L’attuale esperienza sanitaria è estremamente frammentata comportando disagi per il cliente finale. 1000Farmacie punta a unificare l’esperienza sanitaria digitale: dall’acquisizione di informazioni attendibili online alla consegna di farmaci a domicilio in poche ore, passando per il teleconsulto e i test diagnostici. La nostra piattaforma riunisce in modo sinergico circa 1000Farmacie autorizzate, con l’obiettivo di offrire ai consumatori il più grande assortimento disponibile e la possibilità̀ di acquistare in sicurezza online direttamente dalle farmacie di fiducia”, ha affermato il CEO e cofondatore Nicolò Petrone.

DaVinci Healthcare

Un altro esempio, sempre italiano, è DaVinci Healthcare, che sta vivendo una grandissima crescita. Nel 2020, per esempio, la startup ha lanciato una campagna di equity crowdfunding sulla piattaforma BacktoWork che ha raggiunto l’obiettivo minimo di 50 mila euro già 29 giorni prima della chiusura programmata.

DaVinci è una startup innovativa che fa telemedicina, in particolare teleconsulti e telemonitoraggi, facendo leva sulle più avanzate tecnologie, offrendo servizi medici e psicologici a distanza in video o chat. Il servizio è offerto tramite app o webapp e garantisce un tempo di attesa massimo di 20 minuti.

A maggio 2022 il sito di DaVinci Healthcare conta 650 mila visite all’anno, e i suoi sistemi organizzano 35 mila appuntamenti medici.

AllWell

Nata a Milano nel 2021, AllWell è una startup insurtech italiana per il segmento salute che punta a rendere più semplice e fruibile la copertura sanitaria, così da prevenire piuttosto che curare. Si tratta di un modello di copertura assicurativa interamente tecnologico e digitale per prestazioni sanitarie, con soluzioni parametriche basate su abbonamento mensile.

“L’idea deriva da un’intuizione: quelli che sono gli elementi alla base della trasformazione digitale del settore assicurativo, ovvero una fiducia limitata da parte della clientela e l’importanza del networking, una complessità dei processi e un’attivazione del servizio in momenti difficili, entrano in sinergia con il settore health” ha spiegato a InsuranceUp il founder Gerardo di Francesco.

Qui un approfondimento

A settembre 2021 AllWell ha lanciato una versione beta, e una volta terminata la fase di testing la piattaforma sarà aperta al mercato. “Tra i nostri progetti futuri prevediamo servizi di mappatura genetica, sistemi di gestione del rischio legati ai parametri vitali rilevati da wearable, attività di donazione del sangue” ha spiegato Di Francesco.

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Donatella Cambosu
Redattore

Scrive di tecnologie, startup e innovazione da oltre 15 anni. Dal 2015 collabora con il Gruppo Digital360, in particolare con le testate Startupbusiness, University2Business, EconomyUp. Collabora con InsuranceUp sin dal lancio del portale avvenuto nel 2015 e ha maturato un'ampia esperienza in ambito insurtech.

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Laura Loguercio

Lavoro nel desk video di un'agenzia stampa a Milano. Primo ho studiato Filosofia, poi ho scoperto il mondo del digitale. Scrivo di società, ma con un occhio per l’innovazione.

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