Droni, per le assicurazioni sono un doppio affare

Per le Compagnie assicurative i droni sono un nuovo ramo di business, ma anche un potenziale, straordinario strumento per innovare e migliorare i propri processi. Il mercato dei droni, secondo l’Osservatorio Droni della School of Management del Politecnico di Milano, cresce e la polizza RC è diventata obbligatoria

Pubblicato il 12 Feb 2020

Tra il 2015 e il 2019 le prime 20 università di ingegneria al mondo hanno prodotto 700 pubblicazioni scientifiche relative ai droni, che si sono concentrate in particolare su sistemi di guida, navigazione e controllo (27%), applicazioni (25%) e telecomunicazioni (19%). Da un punto di vista tecnologico l’innovazione galoppa rapidamente, permettendo a nuove soluzioni alternative di superare i limiti dei multirotori classici: ci sono i convertiplani (droni con un sistema propulsivo capace di variare la configurazione come un multirotore per il volo verticale e come un velivolo ad ala fissa per il volo avanzato), i tail sitter (capaci di atterraggio e decollo verticale e grandi variazioni di assetto) e le macchine a propulsione duale (con rotori per la propulsione verticale e di eliche per la propulsione longitudinale).

I droni sono un fenomeno affascinante sotto molti punti di vista e per diverse industrie, tra cui quella assicurativa, come in precedenti articoli abbiamo già accennato, per la quale rappresenta un tema d’interesse da un duplice punto di vista: un nuovo mercato assicurativo, ma anche un innovativo strumento a disposizione delle Compagnie per realizzare ispezioni, verifiche, sopralluoghi, perizie.

Un vero matrimonio, però, tra il mondo assicurativo e quello dei droni ancora non c’è stato, almeno in Italia, per quanto i segnali ci siano tutti.

Per esempio, sotto l’aspetto del nuovo mercato assicurativo, c’è da sapere che dallo scorso 15 dicembre è in Italia obbligatorio per tutti gli operatori dei droni stipulare una polizza assicurativa per responsabilità civile, anche per chi vola per scopi ricreativi.

E c’è da sapere anche che, secondo un recente report dell’Osservatorio Droni della School of Management del Politecnico di Milano, il settore dei droni italiano (tra i più regolamentati al mondo e per alcuni esperti con una certa confusione)  sta crescendo: sono già 700 le imprese della filiera civile dei droni, principalmente piccoli operatori, ma  ci sono anche 650 aziende utilizzatrici hanno chiesto l’autorizzazione ENAC. Dal 2016 al 2019 sono stati registrati 13.479 droni in Italia, in media +13% l’anno.

“Il settore civile dei droni sembra avere tutte le caratteristiche per potersi sviluppare in Italia nei prossimi anni – affermano Alessandro Perego e Giuseppe Sala, rispettivamente Direttore del Dipartimento di Ingegneria Gestionale e Direttore del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Aerospaziali -. Stiamo parlando di un mercato emergente, anche se ancora economicamente modesto e con aziende prevalentemente piccole, ma con un grande potenziale di crescita nei prossimi 3 anni. A livello applicativo i droni sono già impiegati in numerosi settori, come ad esempio l’agricoltura, la gestione di emergenze, il monitoraggio di territori a seguito di catastrofi naturali e nel settore delle utility per lo svolgimento di ispezioni e sopralluoghi. Sono invece ancora poche le applicazioni nei trasporti di merci e persone, soprattutto in ambito urbano”.

Le applicazioni potenziali dei droni sono svariate, si va dalle consegne a domicilio alle ispezioni in ambito industriale, dal soccorso al trasporto di persone.

In ambito assicurativo, gli analisti sottolineano che vi sono parecchi motivi per cui una Compagnia potrebbe giovarsi dell’aiuto dei droni in tutte le fase del ciclo di vita di una polizza, dal recupero di informazioni in fase di sottoscrizione (pensiamo alle immagini di un immobile da assicurare ottenute prima di fornire la copertura); durante tutto il periodo di copertura assicurativa grazie a un più agevole e meno costoso sistema di ispezione per aiutare nella manutenzione preventiva; per valutare i danni dopo un evento, pensiamo alle ispezioni anche in casi estremi come disastri e catastrofi, quando sarebbe impossibile per un essere umano intervenire mentre un drone può fornire un feedback sull’entità del danno molto prima che il sito sia sicuro o accessibile. Questo renderebbe i tempi di risposta in caso di sinistro decisamente ridotti.

Eppure, come mostra la mappatura delle applicazioni realizzata dall’Osservatorio, su una base internazionale di 258 progetti, le assicurazioni non spiccano ancora per grande operatività.

“Gli ambiti di applicazione più maturi sono costituiti da ispezioni e sopralluoghi, che coprono la metà dei progetti operativi e il 39% delle sperimentazioni, e dal trasporto, in grande fermento ma ancora poca concreto – dice Cristina Rossi Lamastra, Responsabile Scientifica dell’Osservatorio Droni –. Poiché la tecnologia è ancora poco matura è difficile parlare di benefici e soprattutto quantificarli, ma coloro che hanno iniziato le sperimentazioni sottolineano un aumento della sicurezza, una riduzione dei tempi per svolgere le operazioni e una riduzione dei costi”.

Certamente si tratta di un terreno in cui le startup si stanno già muovendo più velocemente delle Compagnie e con maggiore dose di innovatività. Per fare un esempio fra tanti, una startup insurtech nata per il mondo droni è la statunitense SkyWatch.ai che ha progettato, ingegnerizzato, una polizza on-demand che fa leva su una piattaforma digitale basata su AI per fornire un’analisi del rischio in tempo reale, e permette ai piloti di ridurre i loro costi man mano che diventano più affidabili e stabiliscono record di sicurezza. Inoltre con SkyWatch i piloti possono ricevere una copertura di responsabilità civile oraria, direttamente dal cellulare, oppure per mese o anno – e avere a disposizione gli strumenti necessari per analizzare pianificare i propri voli e verificare le proprie prestazioni di volo.

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