Health, avanza l’assicurazione che previene

La sanità integrativa in Italia vale 4,4 mld, secondo una ricerca di SDA Bocconi School of Management, che evidenzia due tendenze nella tutela della salute: la crescita degli intermediari e la comparsa di coperture basate sulla cultura della prevenzione

Pubblicato il 01 Mar 2017

La sanità integrativa in Europa cresce e in Italia vale già 4,4 miliardi. Lo dice una ricerca dell’OCPS, Osservatorio Consumi Privati in Sanità di SDA Bocconi School of Management, condotta per conto di RBM Assicurazione Salute, che ha analizzato cinque sistemi sanitari, (Francia, Gran Bretagna, Spagna, Portogallo e Italia), molto diversi tra loro ma accomunati da una significativa presenza pubblica nel sistema sanitario. Il focus dell’analisi è stato rivolto a come il mercato e i prodotti dell’Assicurazione salute si stiano rapidamente innovando e a come tali trasformazioni possano configurare nuove forme di integrazione tra sistemi pubblici e privati.

Il primo dato emerso è che sempre più cittadini si rivolgono a intermediari per avere un’assistenza sanitaria integrativa, quindi cresce il mercato di riferimento per le assicurazioni, pur con differenze ancora presenti tra i diversi Paesi osservati.

Il secondo dato emerso, il comune denominatore individuato dai ricercatori, è la comparsa di forme di copertura privata che si ispirano a presupposti e orientamenti diversi rispetto al passato: accanto al tradizionale modello di business, che coinvolge l’assicurazione sopratutto nel momento di copertura delle spese sanitarie, ne emerge uno alternativo che vede nell’assicurazione un soggetto proattivo, che sorregge e indirizza l’assicurato nel suo rapporto con i consumi sanitari, stimolando la cultura della prevenzione.

Si tratta di una differente concezione del ruolo dell’assicurazione, che amplia significativamente la possibilità di disegnare nuovi prodotti e di personalizzarli sulle esigenze delle diverse tipologie di clienti. “L’elemento che più colpisce”, dice Valeria Rappini, (OCPS), è il radicale cambiamento di prospettiva rispetto al fondamentale tema della selezione avversa. Parte delle nuove soluzioni sembra infatti caratterizzarsi per una strategia di anti-selezione, andando alla ricerca e pensando prodotti proprio per chi consuma prestazioni sanitarie. Il consumo di prestazioni non è più considerato al pari del classico sinistro, ma diventa un’occasione per generare valore. Si tratta di un ampliamento di orizzonte che incide profondamente sulla missione che contraddistingue l’assicurazione in sanità”.

“In questo cambio di prospettiva”, aggiunge Marianna Cavazza (OCPS), “molti piani privati non solo hanno inserito tra i servizi offerti forme di prevenzione e diagnosi precoce per le patologie evitabili e/o a maggiore diffusione, ma operano attivamente al fine promuovere la salute tra i propri iscritti. Il convergere su un terreno di tale importanza di attori e meccanismi diversi da quelli pubblici è un fenomeno nuovo, in grado di generare opportunità significative per individui e collettività.”

Il tema dell’assistenza sanitaria è molto sentito in tutto il mondo, anche se con problematiche completamente differenti tra aree e Paesi, e in quelli più sviluppati si sostanzia sopratutto nella scelta di un modello (pubblico o privato) che garantisca il più ampio accesso possibile della popolazione. Secondo quanto riportato da Frost&Sullivan, il settore assicurativo sanitario privato sta diventando sempre più rilevante in seguito anche alla spinta per la copertura sanitaria universale (UHC) promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e ciò rende il mercato assicurativo privato un target molto attraente anche per gli investitori. Molte tecnologie, dai wearable all’artificial intelligence, da big data all’IoT, rendono oggi possibile alle assicurazioni abbattere determinati costi e immaginare nuovi modelli di business, che permettono una maggiore personalizzazione dei servizi, una maggiore e diffusa accessibilità, una maggiore tutela della salute attraverso il sostegno della prevenzione.

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