Insurtech 2020, cresce la propensione verso gli assicuratori “non tradizionali”

Con la pandemia sono aumentati i servizi Insurtech nel 2020, dice l’Osservatorio Fintech & Insurtech del Polimi. Ci si rivolge sempre alle compagnie assicurative tradizionali. Ma, nel mondo delle PMI, il 31% è pronto a valutare anche un attore innovativo come un’azienda internet, utility o comparatori online

Pubblicato il 03 Dic 2020

Insurtech 2020

L’Insurtech è cresciuto con la pandemia del 2020 in  Italia e la spinta alla digitalizzazione dovuta all’emergenza sanitaria ha fatto aumentare la propensione dei clienti delle assicurazioni a sperimentare attori non tradizionali nel mondo assicurativo quali le società online.

Lo rileva l’Osservatorio Fintech & Insurtech della School of Management del Politecnico di Milano in una ricerca presentata al convegno online “Fintech & Insurtech: la spinta COVID verso un nuovo ecosistema”. Durante il lockdown – si legge nel report – il 39% dei clienti ha interagito con la propria compagnia assicurativa e di questi il 77% si dice soddisfatto, soprattutto per la facilità di interazione con l’agente e la semplicità del rinnovo della polizza. Tuttavia il 23% degli insoddisfatti si lamenta per le difficoltà di comunicazione. Altro elemento interessante: se è vero che i consumatori italiani confermano la fiducia nelle istituzioni tradizionali (l’83% assicurerebbe la salute con una compagnia assicurativa), è altrettanto vero che sono sempre più propensi a sperimentare anche attori meno tradizionali quali aziende Internet, utility o comparatori online.

L’emergenza Covid19 – si legge nel report – ha accelerato la digitalizzazione del settore assicurativo, così come di quello finanziario. Sono così cambiate esigenze e abitudini di clienti e piccole e medie imprese nell’interazione con le banche e le assicurazioni, spingendo gli operatori tradizionali ad aprirsi a collaborazioni con un ecosistema di startup e attori non finanziari, mentre sono nate nuove opportunità di business per le nuove imprese.

Nell’emergenza è cresciuto l’uso di servizi Fintech e Insurtech, in particolare quelli di identità digitale (utilizzata dal 48% dei consumatori), di telemedicina inclusi nella polizza (6%) e di Robo Advisoring (6%), anche se per alcuni l’effetto potrebbe essere di breve periodo, legato alle necessità contingenti.

Insurtech e Fintech 2020: 300 startup in Italia

Crescono le realtà innovative nel settore. Sono oltre 300 le startup Fintech e Insurtech italiane nel 2020, capaci di dimostrare una notevole capacità di adattamento alla crisi: il 54% non ha subito un impatto negativo dopo il primo lockdown e il 19% nell’emergenza ha colto nuove opportunità di business. Anche guardando alle startup a livello globale, si aprono nuove opportunità di collaborazione: oltre metà delle 2.541 startup Fintech & Insurtech censite a livello mondiale collabora con imprese non finanziarie (54%), il 32% con realtà del settore finanziario, il 30% con altre startup.

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Pmi e pandemia

La pandemia ha influenzato significativamente le attese, i bisogni e le attività delle PMI che si rivolgono a banche e assicurazioni. L’impatto è evidente anche sul mondo assicurativo. Il 32% delle PMI ha diminuito le interazioni di persona con il proprio agente e il 39% ha ridotto la frequenza con cui si recava nella filiale. In particolare, il 9% delle PMI ha sostituito l’incontro di persona con videoconferenze e il 10% è passato a soluzioni online. Anche la modalità di gestione delle polizze ha subito importanti cambiamenti: il 24% delle PMI ha aumentato la sottoscrizione tramite internet, il 29% la gestione online.

Anche fra le PMI, banche e assicurazioni sono ancora gli attori più fidati, ma avanza la tendenza a valutare anche altri operatori non tradizionali.

Per i servizi assicurativi, il 69% delle PMI si affida a compagnie assicurative, il 50% alle banche, il 31% valuterebbe anche un attore innovativo come un’azienda internet (19%), utility (18%), comparatori online (24%).

Insurtech & Fintech: oltre 2.500 startup internazionali

Sono 2.541 le startup Fintech & Insurtech a livello internazionale censite dall’Osservatorio nel 2020, per un totale di 55,3 miliardi di dollari di fondi raccolti, in media 22 milioni di dollari a startup. Il 45% ha sede nel continente americano, con gli USA primo paese per numero di nuove imprese innovative (39%) e investimenti (21,4 miliardi); il 30% in Europa, in particolare Regno Unito con 296 startup e 5,3 miliardi; il 22% in Asia con il 31% dei finanziamenti, soprattutto grazie alla Cina, che ospita 175 startup per 8,5 miliardi di dollari. Il 60% delle startup opera nei servizi bancari, il 35% negli investimenti e il 15% nelle assicurazioni.

Le tecnologie più utilizzate dalle startup sono l’intelligenza artificiale (37%), le API (36%) e la Blockchain (24%). Oltre metà delle startup mondiali collabora con imprese non finanziarie (54%), il 32% con realtà del settore finanziario, il 30% con altre startup.

“Il Covid ha impresso una decisa accelerazione alla digitalizzazione del settore finanziario e assicurativo italiano, sia dal punto di vista della domanda che dell’offerta di servizi” afferma Marco Giorgino, Direttore scientifico dell’Osservatorio Fintech & Insurtech. “Ma al di là dell’emergenza, in Italia si evidenzia un ecosistema che si muove con decisione, tra accordi e collaborazioni, per garantire al cliente un’esperienza d’uso di qualità ai consumatori, sempre più esigenti su velocità di risposta, facilità di interazione, servizi integrati e personalizzati. Per banche e assicurazioni, startup e nuovi attori innovativi non rappresentano solo competitor, ma soggetti con cui creare importanti sinergie”.

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