L’assicurazione del futuro è collaborativa: l’insurtech come fattore abilitante

Tra gli operatori dell’assicurazione emerge una preferenza per un modello di innovazione diffusa basata sulle partnership. Sostenibilità, cybersecurity e open insurance i maggiori trend, essenziali reskilling e upskilling. L’indagine di Italian Insurtech Association con EY

Pubblicato il 13 Mag 2022

Simone Ranucci Brandimarte, Presidente di IIA

La trasformazione digitale del settore insurance è uno sforzo collaborativo, e sempre più attori se ne stanno rendendo conto. Oggi il paradigma dell’innovazione per il settore assicurativo è cambiato: se fino a qualche anno fa sembrava fondamentale dotarsi di una struttura specifica per l’innovazione, e, al tempo stesso, le partnership con altri player non fossero fondamentali, oggi emerge al contrario una netta preferenza per un modello di innovazione diffusa, in cui il 50% degli intervistati non ha nominato un responsabile dell’innovazione e il 96% afferma di aver avviato collaborazioni con diverse categorie di player, prima tra tutti con enti accademici e Insurtech.

È quanto emerge dalla ricerca L’assicurazione del futuro e i modelli abilitanti condotta da EY e IIA – Italian Insurtech Association – in collaborazione con REVO, unico operatore insurtech italiano dedicato al business delle specialty lines e dei rischi parametrici per le PMI – volta a identificare l’impatto dell’innovazione sul modello organizzativo delle assicurazioni.

“Stiamo finalmente assistendo ad una sempre maggior volontà di collaborazione, più che di competizione, tra gli attori del mondo assicurativo e l’Insurtech, una collaborazione che noi in quanto associazione promuoviamo ormai da tempo” spiega Simone Ranucci Brandimarte, Presidente di IIA – Italian Insurtech Association. “ La necessità per il settore di acquisire competenze digitali è ad oggi l’unica strada per far sì che l’industria assicurativa non perda di competitività. L’insurtech non deve essere visto come una minaccia, esattamente come non lo è la tecnologia. Quest’ultimi, infatti, devono essere percepiti come facilitatori, strumenti in grado di velocizzare processi e aiutare l’industria ad andare incontro alle nuove esigenze dei consumatori. La vera minaccia arriva dai Big Tech, come Tesla e Amazon, che stanno entrando nell’industria assicurativa e potrebbero spostare gli equilibri entro pochissimo tempo.”

Come è stata svolta la ricerca

La ricerca consiste in oltre due mesi di analisi di mercato dedicate analizzando il punto di vista di oltre 30 operatori. Pensata per fornire una visione di medio e lungo periodo sui trend che dominano il mondo assicurativo, offre una visione a 360° che tocca gli aspetti organizzativi, strutturali e strategici dei principali operatori di settore, con un approccio cross-industry che include compagnie assicurative, Insurtech, riassicuratori, intermediari e bancassurance.

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Innovazione nell’insurance: il CEO al centro, essenziali le partnership

Relativamente ai modelli di gestione dell’innovazione nelle compagnie assicurative, che l’azienda decida di creare una funzione ad hoc per l’innovazione o meno, è di fondamentale importanza che sia il CEO stesso ad incentivare e promuovere una cultura dell’innovazione che si rifletta in maniera trasversale e a tutti i livelli nella strategia aziendale.

Chi pensa dovrebbe esser il principale sponsor dell’innovazione in azienda?

 

Il 79% degli intervistati ritiene inoltre che un approccio davvero efficace per favorire la crescita e l’innovazione non possa prescindere dalle partnership, in un’ottica di open innovation e collaborazione nella definizione di nuovi prodotti e servizi. In un mondo che cambia rapidamente, le compagnie non possono basarsi soltanto su logiche “Build” (sviluppo interno) e “Buy” (crescita per acquisizioni), ma devono individuare la giusta combinazione tra rischio ed economicità

Quali di questi approcci ritiene essere più efficace per favorire la crescita e l’innovazione?

A conferma dell’importanza attribuita alle partnership nell’attuale scenario competitivo, il 96% degli intervistati afferma di aver avviato collaborazioni con diverse categorie di player, prima tra tutti con enti accademici e insurtech. In particolare, il 45% del campione ha avviato collaborazioni con tech company, il 66% con enti accademici, il 59% con Insurtech e il 34% con acceleratori o incubatori. Le insurtech, inoltre, sono percepite dall’80% degli intervistati come un’opportunità per abilitare nuovi prodotti, nuovi processi e migliorarne l’efficienza.

Come viene percepito all’interno dell’azienda il ruolo che le InsurTech stanno assumendo sul mercato?

Cresce la consapevolezza dell’importanza delle competenze

Tra gli aspetti fondamentali per incentivare l’innovazione nel settore assicurativo, inoltre, i 2/3 degli intervistati citano le iniziative di up/reskilling. Infatti, l’86% del campione rileva un gap di competenze tecniche digitali all’interno della propria azienda e l’83% (+30% rispetto all’anno precedente) ha già avviato percorsi di formazione specifica su temi di innovazione e trasformazione digitale per i propri dipendenti.

I trend: sostenibilità, cybersecurity e open insurance nella top 3

“Dall’analisi dei principali trend che dominano il settore assicurativo, emerge come il tema della sostenibilità sia sempre più in cima alle agende di tutti gli operatori di mercato” nota Francesco Pisapia, Insurance Consulting leader di EY in Italia. “La crescente attenzione verso l’impatto ambientale del proprio operato, mossa anche dalle sempre più consistenti spinte regolamentari, ha portato la maggior parte dei player a compiere importanti passi avanti verso modelli di business sostenibili. Accanto al tema “Sustainability & ESG” (66%) spicca anche quello Cyber security (59%): alla luce dell’attuale scenario geopolitico ci si aspetta un interesse e una domanda crescente per servizi di mitigazione del rischio informatico, che, data la gravità e la frequenza delle violazioni, non tutti gli operatori sono disposti ad affrontare. Al tempo stesso tendenze come l’adesione ad ecosistemi di Open Insurance (59%) e la realizzazione di una Data Driven strategy (55%) attraverso l’uso dell’Artificial Intelligence e del Machine Learning per l’analisi predittiva acquistano sempre maggior rilevanza agli occhi degli intervistati”.

Cala invece l’interesse per la Behavioural Insurance, per cui il mercato italiano si conferma ancora prematuro, la Connected Insurence tramite tecnologie IoT, con dispositivi troppo costosi e poco fluidi nell’interoperabilità dei dati, e l’On-Demand, che rischia di creare un processo di anti-selezione attraendo clienti che si rivelano più soggetti a comportamenti rischiosi.

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