Arriva la dieta ‘assicurata’, grazie alla collaborazione tra due startup italiane

La sharing economy offre opportunità al mondo assicurativo, ma per il momento sono soprattutto le startup insurtech a trarne vantaggio. Un esempio? Quello di Axieme, piattaforma che permette di stipulare polizze di gruppo, e Victu, servizio di pasti dietetici pronti a domicilio preparati da una community diffusa di cuochi

Pubblicato il 05 Gen 2018

Axieme, startup italiana di cui avevamo parlato tempo fa che ha lanciato una piattaforma digitale che permette di sottoscrivere polizze a un gruppo di persone con lo stesso bisogno di protezione da un rischio, ha stretto una collaborazione con Victu, una giovane realtà che propone un servizio di pasti dietetici a domicilio preparati dagli chef iscritti alla sua community. Lo scopo della partnership è di offrire una maggiore garanzia ai clienti che intendano utilizzare il servizio, assicurando i cuochi di Victu per ogni pasto somministrato, coprendo la responsabilità civile ed eventuali danni causati a terzi.

Victu offre agli utenti iscritti alla sua community la possibilità di seguire un programma nutrizionale studiato e costruito su misura, senza preoccuparsi di fare la spesa e cucinare. Questo è possibile perché oltre a studiare un piano alimentare creato in base allo stile di vita dell’utente, Victu offre la possibilità di ricevere a domicilio tutti i pasti correttamente preparati e pronti per essere gustati. Victu propone un’offerta innovativa in quanto il modello di preparazione dei pasti sarà “diffuso”, ovvero aperto anche a privati o persone che desiderano iscriversi alla community in qualità di “cuochi”, si tratta quindi di cuochi professionisti ma anche amatoriali. Da qui nasce l’esigenza di una formula assicurativa di responsabilità civile cha da un lato protegge i cuochi, dall’altro rappresenta una maggiore sicurezza anche per i clienti.

Il modello di social insurance offerto da Axieme farà si che la community di cuochi Victu sia responsabilizzata sugli eventuali sinistri: le polizze di gruppo di Axieme infatti segue la logica del “minori sinistri = maggiore cashback”, vale a dire che ogni utente assicurato, inserito in una certa cerchia, al termine del periodo assicurativo, se non ci sono stati sinistri riceverà la sua quota di cashback, calcolata dall’algoritmo Axieme.

Questo tipo di formula, che caratterizza le polizze stipulate attraverso la piattaforma Axieme, che è di fatto un broker che va a contrattare con le Compagnie per conto dei suoi gruppi di utenti le polizze più convenienti, è già stata adottata da altre startup italiane della sharing economy, come Gnammo, la principale piattaforma italiana di social eating, e Jobby, piattaforma di job matching mobile.

La sharing economy, che si tratti di mobilità condivisa, di transazioni finanziarie, di social eating o locazioni, da un lato si basa sul concetto di ‘fiducia tra pari’, dall’altro pone evidenti problemi di natura fiscale, ma anche di affidibilità rispetto all’operatore ‘non professionale’ che offre un servizio e ai rischi a ciò connessi. Sotto questo aspetto le assicurazioni possono trovare opportunità di business ed essere un ottimo alleato delle piattaforme di servizi P2P.

Saranno capaci le compagnie tradizionali di coglierle?

Certamente sono tante le startup insurtech che si muovono in questa direzione.

La società di ricerche Research and Markets ha ha pubblicato nel 2017 il report  “Peer2peer Insurance” ,  in cui ha recensito oltre 40 piattaforme a livello globale, alcune concepite in maniera intelligente e adeguate alle caratteristiche del settore, altre piuttosto confuse, altre ancora difficili di capire nel loro modello. Ma tutte rappresentano un trend da non sottovalutare.

Nella lista ci sono – BoughtByMany,  DarWinsurance, Friendsurance, Guevara, InsPeer, Lemonade, Quilt, TongJu Bao, CommonEasy, First Club Insurance, Gaggel, Glow, Huddle Money, Teambrella, TribeCha, Zero.

L’autore del report ha commentato  “le assicurazioni P2P sono molto nuove e spesso confuse, i fondatori non sanno bene se considerarsi assicuratori, broker, tecnici,  se sono legali o illegali. I regolatori stanno prendendo le contromisure, alcuni sono molto collaborativi,  altri semplicemente chiudono le piattaforme che ritengono illegali. Il peer-to-peer stimolerà il cambiamento e renderà le assicurazioni più veloce, più semplici e trasparenti. E come accaduto decenni fa per le assicurazioni tradizionali, uno o due delle nuove società diventeranno successi nazionali o internazionali; altre saranno acquisite dagli assicuratori esistenti, mentre le compagnie (ndr. tradizionali) che ignoreranno questo tema moriranno.”

Al di là del momento di boom, la selezione naturale tra imprese dettata da mercati e concorrenza farà certamente rimanere in piedi le società di maggior valore, in parte è già così: se il modello P2P è relativamente nuovo per gli Stati Uniti (la nascita delle già citate Lemonade e Slice Labs sono piuttosto recenti),  già da alcuni anni la tedesca Friendsurance, la britannica Guevara e la cinese TongJuBao operano con successo nei propri mercati, crescendo costantemente.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati