COP – Chi Odia Paga, la prima legaltech italiana contro l’odio online

La startup ha sviluppato anche un algoritmo di intelligenza artificiale e permette di difendere sia dal punto di visto legale sia da quello informatico le vittime di odio online. E’ anche uno dei vincitori dell’edizione 2020 di Open-F@b Call4Ideas promossa da BNP Paribas Cardif

Pubblicato il 23 Dic 2020

Maura Valentini

Web Editor

L’odio online, purtroppo, è ormai una realtà con cui fare i conti. Capita sempre più spesso sentir parlare di cyberbullismo, haters e crimini come stalking, revenge porn e hate speech. Ma il nostro sistema giudiziario, è ancora troppo lento e costoso per combattere questi crimini in modo efficace. Da qui nasce l’idea di COP – Chi Odia Paga, la prima piattaforma legaltech italiana creata per difendere sia dal punto di visto legale sia da quello informatico le vittime di odio online. Tanto il tema è caldo che COP – Chi Odia Paga è uno dei vincitori dell’edizione 2020 di Open-F@b Call4Ideas promossa da BNP Paribas Cardif, tra le prime dieci compagnie assicurative in Italia, in collaborazione con InsuranceUp.

Che cosa fa COP – Chi Odia Paga

COP – Chi Odia Paga è una startup innovativa a vocazione sociale fondata a Milano nel 2018 dall’imprenditore Francesco Inguscio, lanciata dal venture accelerator Nuvolab con il finanziamento di Oltre Venture e l’advisory legaltech di LT42.

Pensato inizialmente per fornire servizi legali a basso costo alle vittime di odio online, il progetto COP – Chi Odia Paga si è poi evoluto in una startup a vocazione sociale, che offre alle vittime un servizio a 360 gradi contro l’odio online: in ambito legale, rendendo fruibile online l’accesso alle azioni necessarie per rispondere legalmente agli attacchi degli hater, informatico, con la rimozione dei contenuti lesivi in rete, e di supporto psicologico alle vittime in partnership con il Centro Medico Santagostino.

Come funziona la piattaforma

La piattaforma legaltech offre alle vittime di odio online un supporto in tre step.

Accedendo alla piattaforma, l’utente compila un primo questionario, per verificare se quanto subito sia o meno un effettivo reato: in base alle risposte, la piattaforma distingue tramite intelligenza artificiale le effettive vittime di odio online. Il questionario è realizzato categorizzando minuziosamente in una checklist la giurisprudenza applicabile al campo, grazie anche due ricercatrici di Milano e Pisa che hanno collaborato al progetto, per assicurare l’accuratezza del riconoscimento del reato. Grazie a questo primo step l’utente ottiene gratuitamente già un primo “parere legale” sul suo caso nonché un suggerimento sulle azioni da intraprendere per tutelarsi.

Il secondo step fornisce agli utenti tutti i servizi di supporto informatico (take down e legalizzazione) e stragiudiziale (diffida automatizzata) per provare a risolvere il problema “con le buone”. Tramite la piattaforma le vittime di odio online infatti possono far rimuovere post o articoli offensivi nei propri riguardi (servizio di “take down”), raccogliere eventuali “prove” delle offese subite in modo da poterle utilizzare in Tribunale (servizio di “legalizzazione”) e arrivare alla generazione automatizzata della classica “lettera dell’avvocato” che intima all’hater di cessare con la sua condotta (servizio di “diffida”).

Infine, il terzo step consente di risolvere il problema in modo ancora più incisivo, rivolgendosi tramite la piattaforma ad un avvocato specializzato che affiancherà la vittima nelle azioni di tipo giudiziale come ad esempio la denuncia dell’hater.

Combattere l’odio online prima che accada

Oltre alla piattaforma legaltech vera e propria, COP – Chi Odia Paga si occupa anche di iniziative di sensibilizzazione, educazione e prevenzione del fenomeno di odio online. A luglio 2020 ha lanciato la campagna #DonateProfitToStopHate, chiamando le aziende a donare sistematicamente parte dei loro profitti per la causa, e quest’anno ha finanziato con donazioni tramite crowdfunding già tre progetti raccogliendo complessivamente oltre 150.000 Euro: contro il cyberbullismo con l’Associazione Puntozero, contro il razzismo con l’Associazione Simba Ngai ed infine contro la violenza sulle donne con l’Associazione FARE X BENE.

Tutto questo perché c’è la consapevolezza che se anche l’hater si può fermare con una denuncia, è solo con l’educazione che si può fermare l’odio.

La vittoria di Open-F@b e i progetti per il futuro

Chi Odia Paga è stato uno dei tre progetti vincitori della 7a edizione del contest internazionale Open-F@b Call4Ideas promossao da BNP Paribas Cardif.

Ora la startup sarà affiancata dal team di Research & Development (R&D) di BNP Paribas Cardif nello sviluppo e nella concretizzazione del progetto, che sarà anche integrato nei prodotti o nei modelli di offerta della Compagnia.

Tra gli obiettivi più a lungo termine della startup c’è quello di creare una vera e propria “Rete del Bene”, capace di accogliere tutti gli attori che possono e vogliono contribuire ad iniziative contro l’odio online e, soprattutto, educare gli utenti a un uso consapevole dei social media.

Intanto, come recita lo slogan di COP, “La legge è uguale per tutti e finalmente da oggi chi odia paga”.

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Maura Valentini
Web Editor

Laureata in lingue orientali, sono un'amante di Giappone e innovazione. Nel gruppo Digital360 dal 2020, scrivo per le testate EconomyUp e InsuranceUp.

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