GoodAngel, la tecnologia per gli autisti che hanno alzato il gomito

Gli incidenti provocati dalla guida in stato ebbrezza potrebbero diventare un ricordo grazie all’adozione diun sistema di prevenzione messo a punto da una startup francese. Che punta alla connessione tra diversi dispositivi

Pubblicato il 30 Nov 2015

La startup francese GoodAngel ha messo a punto un sistema di prevenzione della guida in stato d’ebbrezza. Oltre a fornire al guidatore informazioni sul proprio stato di salute, l’applicazione può essere configurata per organizzare in automatico un servizio navetta/taxi alternativo o per bloccare il veicolo, impedendone l’utilizzo. Una soluzione che si inquadra, dunque, in ambito connected car.

La società fa parte di una delegazione di imprese francesi altamente tecnologiche che dal 1 al 4 dicembre partecipano a un road show che Business France, l’ufficio commerciale dell’Ambasciata di Francia, ha organizzato per incontrare a Roma e Torino alcune tra le realtà italiane maggiormente impegnate sul fronte dello sviluppo dei veicoli intelligenti e comunicanti e degli ITS.

La soluzione di GoodAngel si compone di un piccolo etilometro di ultima generazione, connesso via Bluetooth a un’app sullo smartphone (o altro dispositivo), che in tre passaggi si prendono cura dell’autista che abbia alzato il gomito. Il primo passaggio è naturalmente la misurazione del tasso alcolemico: l’etilometro dà una misura accurata e la trasmette all’applicazione mobile, che immediatamente visualizza il risultato quantificato su un grafico della curva di assorbimento, e indica al conducente se può o non può mettersi al volante e quanto velocemente può farlo in caso di tassi alcol superiore al limite legale autorizzato.

Nel peggiore dei casi, cioè impossibilità dell’autista di riprendere la guida, l’ultimo passaggio prevede che l’applicazione invii l’esatta posizione GPS dell’utente a un servizio di autista 24h / 24 e 7/7 che raggiungerà la persona nel luogo in cui si trova per riportarla a casa sana e salva. L’applicazione può anche opzionalmente prevedere che in ogni caso al corrispondere di un certo tasso alcolemico, l’auto si blocchi e non possa camminare.

La regolamentazione francese sul tema “guida in stato di ebbrezza” è diventata molto più severa negli ultimi, prevedendo già dal 2012 l’obbligatorietà a essere dotati di etilometro in auto, norma che (secondo quanto riporta il sito di Good Angel) è stata disattesa poichè non esisteva la “multa” per chi non deteneva l’etilometro. Dallo scorso settembre invece, la legge prevede che tutti i veicoli su strada per il trasporto di passeggeri debbano avere non solo l’etilometro, ma un sistema di fermo del veicolo in caso di tasso alcolemico fuori parametro.

Una regolamentazione di questo tipo, preventiva rispetto ai danni che un soggetto in stato di ebbrezza può causare, è utilizzata anche in Olanda, dove la dotazione di un etilometro a bordo è obbligatoria per chi ha già commesso infrazioni legate all’abuso di alcol.

In Italia fino a ora la legge ha sostenuto poco la prevenzione e maggiormente la sanzione, che tra multe, ritiro della patente o sottrazione di punti sulla patente, è piuttosto severa. A scopo preventivo, però, si è reso obbligatorio ai gestori di bar, ristoranti e locali notturni di dotarsi di strumenti per la valutazione del tasso alcolemico.

Eppure probabilmente la soluzione più efficace e giusta è quella di responsabilizzare personalmente l’autista del veicolo e rendere obbligatorio installare nelle automobili un etilometro, magari integrato nella meccanica del veicolo per bloccare l’accensione del motore in caso di test positivo. A pensarla così sono per esempio alcuni centri di ricerca US, (Università del Michigan, l’Injury Center e il Transportation Research Institute), che hanno realizzato un’indagine dell’impatto che l’installazione di un tale dispositivo “blocca motore” su tutte le auto americane nuove nei prossimi 15 anni avrebbe in termini di numero di vite salvate, infortuni evitati e – non da ultimo – riduzione dei costi. Infatti, il risparmio economico dovuto al minor numero di danni alle persone e alle cose, stimato dai ricercatori in 343 miliardi di dollari in 15 anni, compenserebbe in soli 3 tre anni la somma investita per l’installazione dello strumento bloccante. (vedi questo articolo su La Stampa).

La startup GoodAngel ha fatto anche un piccolo passo in più perchè ha pensato a una soluzione customer centered, cioè costruita intorno alle esigenze del cliente che sono quelle di stabilire se si è in grado di guidare o in quanto tempo di recupera questa capacità (etilometro + applicazione); di impedire di fare del male a se stessi o agli altri utilizzando comunque l’auto (blocco motore); di tornare comunque a casa propria (il servizio di autista).

Questo tipo di soluzioni tech-based sono oggi di estremo interesse per il settore assicurativo. Nella prima edizione della Call4Ideas di Cardif Open-F@b, l’iniziativa a favore delle startup promossa da BNP Paribas Cardif, una delle startup che hanno vinto il contest è stata Driver2Home, un servizio che permette di rintracciare una persona che guidi l’auto al posto nostro in circostanze particolari come lo stato di ebbrezza. (Ne abbiamo parlato in questo articolo)

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