Insurtech Lemonade arriva in Europa, ecco cosa porterà nell’assicurazione casa

Ha appena raccolto un nuovo investimento da 300mln $ da Softbank, è tra le startup insurance più innovative e non convenzionali, nel 2018 ha fatturato oltre 50 milioni di dollari ed è ora valutata oltre 2 miliardi. Con i nuovi capitali è pronta ad aggredire nuovi mercati, prima tappa Europa

Pubblicato il 16 Apr 2019

Donatella Cambosu

Redattore

Lemonade è una delle stratup insurtech P&C del panorama internazionale che abbiamo seguito con maggiore attenzione in questi anni e tra le più finanziate di sempre: nata a New York nel 2016 dall’iniziativa di fondatori Daniel Schreiber e Shai Winniger , si è imposta subito per alcune caratteristiche, che sono la sua tecnologia e il suo modello di business.

La sua tecnologia, che coinvolge intelligenza artificiale, machine learning e chatbot, è stata costruita attorno ad alcuni principi cardine: customer experience, che significa eliminare tutti i possibili momenti di frizione tra l’assicurazione e il suo cliente, come i processi complicati, i tempi lunghi, la parte burocratica, i costi elevati; e il business etico, poichè Lemonade devolve una parte delle cifre incassate in beneficenza (è anche attualmente l’unica Compagnia assicurativa certificata B-Corporation).

Il modello (che mette in pratica le teorie dell’economia comportamentale)  introduce un sistema di giveback del premio, che è integrato nel prodotto assicurativo: Lemonade chiede ai clienti di nominare un ente di beneficenza quando acquistano una polizza. Poi, i premi di persone che scelgono la stessa “buona causa” sono raggruppati e vanno a costituire un unico fondo a copertura dei sinistri. A fine anno, i soldi che non sono stati utilizzati per i sinistri, sono devoluti da Lemonade alla causa prescelta da quel gruppo, Lemonade non trattiene nulla. Come guadagagna? Lemonade trattiene una fee fissa nel pagamento mensile degli utenti e accantona il resto per i sinistri.

Con questa formula magica ha conquistato clienti allargandosi dallo Stato di New York alla maggior parte degli Stati federali, fatto non banale in un mercato molto regolamentato e differentemente da Stato a Stato, in cui anche la presenza degli operatori tradizionali è radicata e variegata; ha venduto oltre mezzo milione di polizze e, secondo quanto riporta Fortune, ha raggiunto 57 milioni di dollari di fatturato l’anno scorso ed è sulla buona strada per fare 100 milioni di dollari quest’anno. “In meno di tre anni, Lemonade si è espansa negli Stati Uniti, ha devoluto soldi a decine di enti di beneficenza scelti dalla nostra comunità, e ha cambiato radicalmente il modo in cui una nuova generazione di consumatori interagisce con le assicurazioni”, ha detto Daniel Schreiber, CEO e co-fondatore, Lemonade. Dove la nuova generazione di consumatori sono i Millennials, il suo principale target di riferimento: il  75% dei suoi sottoscrittori è al di sotto dei 35 anni, il 90% non si è mai assicurato prima (fonte: Lemonade)

Sul fronte degli investitori ha attratto fondi di primissimo piano a cominciare da Sequoia Capital, fondo di venture capital US storico, che è stato il suo primo grande investitore puntando al cifra di 13 milioni di dollari in un seed round, il più elevato investimento seed mai realizzato dal fondo; hanno seguito GV (Google Ventures), General Catalyst, Tusk Ventures, XL Innovate, Allianz e ora Softbank (gigantesco fondo di venture capital), che ha investito nel 2017 120 milioni di dollari e ora altri 300. In totale ha raccolto 480 milioni di dollari dal venture capital ed è valutata oltre 2 miliardi. E’ un colosso insurtech.

“La nostra sfida più grande è gestire la crescita”, ha detto Schreiber a TechCrunch “Come si crea un’organizzazione che deve trasformarsi costantemente? L’organizzazione che eravamo due anni fa e quella che siamo oggi hanno ben poco in comune. Siamo passati da un unico prodotto in un unico stato a pensare al multiprodotto attraverso i continenti e le cinque sedi di uffici. Come si fa a farlo senza mettere a dura prova il sistema e continuare a fornire un servizio di buona qualità?”

300 milioni di dollari certamente aiutano, vedremo i prossimi passi quali saranno, e li vedremo presto perché il prossimo passo di Lemonade è oltre gli Stati Uniti, è portare il suo modello di assicurazione casa in Europa, ed è già iniziata la campagna assunzioni.

Tutti i primati di Lemonade

Altri primati la contraddistinguono: è arrivata a gestire un claim in 3 secondi; è la prima startup insurtech ad aver ottenuto la certificazione come benefit corporation; è tra le applicazioni più veloci nella gestione di un processo di sottoscrizione, che dura al massimo un paio di minuti (90 seconds to get insured, 3minutes to get paid); ha sviluppato una delle tecnologie più sofisticate in circolazione (in questa industria) basata su intelligenza artificiale e chatbot. E’ probabilmente la prima assicurazione al mondo ad avere un approccio anche ‘politico’ nella gestione delle policy: un esempio viene dalla posizione presa e comunicata in modo molto trasparente da uno dei due fondatori circa le coperture assicurative sul possesso e uso di armi, che ha generato parecchie critiche sui social da parte di detentori di armi ma anche picchi di sottoscrittori. E’ probabilmente anche la prima assicurazione ad aver aperto al mondo degli sviluppatori le proprie API: ciò significa che qualsiasi sito di ecommerce, di affitti, servizi finanziari, sicurezza domestica/Iot, può integrare le proposte assicurative di Lemonade offrendo immediatamente insieme al proprio servizio anche una copertura. E’ la scelta per il B2B di Lemonade, che è valsa nelle prime 24 ore oltre 400 sottoscrittori ‘business’.

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Donatella Cambosu
Redattore

Scrive di tecnologie, startup e innovazione da oltre 15 anni. Dal 2015 collabora con il Gruppo Digital360, in particolare con le testate Startupbusiness, University2Business, EconomyUp. Collabora con InsuranceUp sin dal lancio del portale avvenuto nel 2015 e ha maturato un'ampia esperienza in ambito insurtech.

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