Lemonade IPO, valore raddoppiato in pochi giorni

L’unicorno insurtech ha debuttato alla Borsa di New York lo scorso 2 luglio raddoppiando immediatamente il valore delle proprie azioni quando si sono aperte le contrattazioni. Ora vale già 1,6 miliardi di dollari

Pubblicato il 03 Lug 2020

La società insurtech newyorkese Lemonade, caso per ora unico di compagnia assicurativa società benefit, finanziata da colossi come SoftBank, Sequoia Capital, GV, Aleph, ha debuttato in Borsa (NYSE) nei giorni scorsi con l’obiettivo di raccogliere capitali per 100 milioni di dollari e invece ne ha già raccolto 319, secondo quanto riportano diversi media US, tra cui Investor’s Business Daily.

Come altre cosiddette società insurtech, Lemonade, di cui abbiamo spesso parlato, mira a sconvolgere un’industria secolare che è ancora dominata da una manciata di nomi tradizionali e che è stata piuttosto lenta a digitalizzarsi.

La società ha fino a oggi raccolto complessivamente circa 480 milioni di dollari in capitale di rischio, di questi circa 300 milioni  sono quelli investiti dal colosso giapponese SoftBank, che detiene circa il 21,8% delle azioni.

“Sfruttando la tecnologia, i dati, l’intelligenza artificiale, il design contemporaneo e l’economia comportamentale, crediamo di rendere l’assicurazione più piacevole, più accessibile, più precisa e di maggiore impatto sociale”, ha dichiarato Lemonade nel prospetto presentato per l’IPO.

Nello stesso prospetto ha anche dichiarato che dal suo lancio alla fine del 2016, il premio lordo scritto (o GWP) ha raggiunto i 116 milioni di dollari nel 2019 dai 9 milioni di dollari nel 2017. Per i tre mesi terminati il 31 marzo 2020, il GWP è stato di 38 milioni di dollari. La compagnia ha assicurato 425.000 case nel 2018, rispetto alle 100.000 della fine del 2017.

Le entrate della insurtech sono passate da 2 milioni di dollari nel 2017 a 67 milioni di dollari nel 2019, in crescita del 200% rispetto all’anno precedente. Le sue perdite nette sono aumentate nello stesso arco di tempo, passando da 28 milioni di dollari nel 2017 a 109 milioni di dollari nel 2019. Per il primo trimestre del 2020 le entrate sono state di 26 milioni di dollari e le perdite nette sono state di 37 milioni di dollari. L’azienda, che non ha raggiunto la redditività, si aspetta maggiori perdite man mano che investe per far crescere l’impresa.

Lemonade opera in tutti gli Stati Uniti e si è recentemente espansa in Germania e nei Paesi Bassi.

Lemonade ha venduto 11 milioni di azioni a 29 dollari ciascuna, superando la fascia alta della sua fascia di prezzo prevista, ma con una valutazione inferiore al suo ultimo finanziamento privato. La società ha alzato la fascia di prezzo per la quotazione questa settimana dopo una forte domanda. La sua capitalizzazione di mercato è  ancora al di sotto dei circa 2 miliardi di dollari di valutazione pre-money che gli investitori, inclusa la SoftBank giapponese, le avevano assegnato l’anno scorso.

L’IPO di Lemonade doveva già avvenire a novembre 2019, ma fu sospesa per via di un mercato azionario non del tutto favorevole in quel periodo a tech company e startup.

Il debutto attuale, invece, si inquadra in un momento molto favorevole e segue una serie di IPO tecnologiche che hanno soddisfatto la forte domanda degli investitori pubblici, come la piattaforma per le video conferenze ZoomInfo e la società di vendita di auto usate Vroom.

Secondo alcuni analisti, Lemonade è un’azienda che divide le opinioni. I suoi fondatori e sostenitori la vedono come un’azienda che sconvolge coraggiosamente un’industria conservatrice, stagnante e inerziale; i suoi critici la considerano una straordinaria macchina di propaganda con poca crescita al di là di un’impressionante esperienza di prodotto da parte dei suoi clienti.

Ricordiamo però, che a differenza di altre insurtech, Lemonade è un cosiddetto assicuratore full stack, il che significa che si assume il rischio sul proprio bilancio piuttosto che passarlo a un assicuratore più affermato. Ciò significa che ha un maggiore controllo sulle polizze che vende, ma è anche un modello di business che richiede più capitale.

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