Next Future Transportation: cosa significa per le assicurazioni il progetto di autobus modulari a guida autonoma?

Autobus modulari con la possibilità di agganciamento e sganciamento automatico delle vetture attraverso un sistema di guida autonoma: la proposta della startup cattura l’interesse del MIT, ma pone una questione assicurativa importante per il futuro della mobilità: come garantire la copertura assicurativa per mezzi pubblici?

Pubblicato il 01 Ott 2020

Ha catturato l’interesse dell’Osservatorio del Ministero dei Trasporti per le smart road una singolare soluzione al problema dell’afflusso ai mezzi durante i diversi orari della giornata, avanzata dalla startup italiana Next Future Transportation. Si tratta della realizzazione di autobus modulari, con la possibilità di agganciamento e sganciamento automatico delle vetture attraverso un sistema di guida autonoma.

Una soluzione ingegnosa per migliorare la mobilità cittadina, che pone però una questione assicurativa importante per il futuro della mobilità: come garantire la copertura assicurativa per mezzi pubblici a guida autonoma?

“Abbiamo stretto partnership in ambito assicurativo” spiega Tommaso Gecchelin, founder e CTO di Next Future Transportation “pensando a un’assicurazione che venga transizionata non sul veicolo o sul suo possessore, ma sul cittadino che sfrutta un determinato tipo di servizio”. Un esempio di trasporto intermodale, ma fatto sempre con lo stesso veicolo: per questo il team di Next preferisce chiamarlo “unimodale”.

Next Future Transportation produce minibus molto corti in grado di agganciarsi l’uno con l’altro, anche in movimento. Hanno un sistema di allineamento e guida autonoma che permette di creare un convoglio più lungo.

“Nell’ora di punta” spiega il CTO della startup “servono tanti veicoli con pochi conducenti, ma fuori dall’ora di punta, dopo il pendolarismo mattutino o serale, il traffico si sparpaglia su linee secondarie. A quel punto non ha più senso avere un servizio per linee, sarebbe meglio avere una sorta di rete o addirittura un modello a chiamata. Il nostro sistema è in grado di adattarsi in tempo reale, o quasi, alla fluttuazione della domanda, non solo in base al numero di coloro che hanno bisogno del passaggio ma anche sulla base della distribuzione sul territorio. È un mezzo modulare, perciò è possibile utilizzarlo anche singolarmente, come taxi o veicolo in sharing.”.

Prototipi del progetto sono già su strada a Dubai, ma il servizio non è ancora aperto al pubblico, in attesa di omologazione sulla base delle normative europee. La società ha avviato le pratiche per la richiesta di omologazione alla UE, e ha chiesto al ministero dei Trasporti di poter avviare la sperimentazione.

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Maura Valentini
Web Editor

Laureata in lingue orientali, sono un'amante di Giappone e innovazione. Nel gruppo Digital360 dal 2020, scrivo per le testate EconomyUp e InsuranceUp.

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