SafetyWing: come funziona la startup insurtech che assicura i digital nomad

Nata nel 2017, la startup insurtech SafetyWing offre prodotti assicurativi estremamente flessibili e studiati appositamente per rispondere alle necessità dei lavoratori itineranti. Ecco come

Pubblicato il 24 Feb 2021

Lo smartworking ha aperto la strada a nuovi modi di approcciarsi al lavoro fuori dall’ufficio, ma come gestire l’assicurazione di lavoratori in movimento? La startup SafetyWing nasce proprio per questo.

Abbandonare un luogo di lavoro fisso per viaggiare e spostarsi liberamente in giro per il mondo: è questo lo stile di vita scelto dai digital nomads, i “nomadi digitali” che grazie a un computer e una connessione internet ben funzionante possono lavorare completamente da remoto, ovunque si trovino.

Se l’idea di poter viaggiare e lavorare allo stesso tempo è sicuramente invitante, questa porta con sé una serie di complicazioni burocratiche che potrebbero spaventare molti potenziali nomads. Il problema si pone anche dal punto di vista assicurativo, dato che la maggior parte delle compagnie tradizionali richiede un indirizzo di residenza fisso come prerequisito per sottoscrivere una qualsiasi polizza.

La startup insurtech SafetyWing vuole cambiare questa situazione offrendo prodotti assicurativi estremamente flessibili e studiati appositamente per rispondere alle necessità dei lavoratori itineranti.

Come funziona SafetyWing

La startup è stata fondata nel 2017 a San Francisco da tre imprenditori norvegesi: Sondre Rasch, attuale Ceo, Sarah Sandnes (Cto) e Hans Nyvold Kjellby (Coo). Fin da subito SafetyWing si è concentrata sui lavoratori della gig economy che non seguono stili di vita standardizzati e si spostano spesso tra diversi Paesi e giurisdizioni.

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Al momento la startup offre infatti un’assicurazione sanitaria globale, acquistabile completamente online e utilizzabile in tutto il mondo. Le opzioni principali sono due: la Nomad Insurance – che per 40 dollari al mese copre sia alcune procedure mediche che gli imprevisti di viaggio, come i bagagli persi o i voli in ritardo – e la Remote Health Insurance, che costa invece 153 dollari al mese e consiste in un’assicurazione medica completa e attiva a livello globale.

SafetyWing offre anche un pacchetto assicurativo pensato per le aziende il cui team lavora principalmente da remoto. In questo modo, le compagnie più innovative possono assumere dipendenti basati in qualunque Paese e garantire loro adeguata protezione medica, senza richiedere trasferimenti forzati che spesso portano con sé infinite complicazioni.

Nell’ultimo periodo la possibilità di creare un team internazionale è diventata particolarmente importante per molte aziende che, dopo essere rapidamente passate allo smart working nel corso della pandemia di Covid-19, hanno deciso di adottare questa nuova modalità operativa in modo permanente, lasciando i dipendenti liberi di scegliere se lavorare da casa – ovunque essa sia – o andare in ufficio.

Il nuovo round di finanziamenti e i progetti futuri

Secondo il Ceo Sondre Rasch, la missione principale di SafetyWing è riuscire a esportare il sistema di protezione sociale norvegese in tutto il mondo: “Per costruire i nostri prodotti prendiamo ogni parte della rete di protezione sociale. Siamo partiti dalla copertura sanitaria, e ci allargheremo poi al resto” ha detto a Forbes.

A fine gennaio SafetyWing ha chiuso un round di investimenti di Serie A raccogliendo 8 milioni di dollari. Con i nuovi fondi, la startup ha intenzione di creare l’infrastruttura digitale necessaria per andare in pensione da remoto senza preoccuparsi di poter perdere i propri risparmi. Fondamentale sarà anche lo sviluppo di soluzioni legate alla telemedicina, che permettano quindi ai clienti assicurati di effettuare visite mediche in modo completamente virtuale.

La compagnia conta attualmente circa 30 dipendenti, tutti operativi da remoto, ma ha intenzione di allargare presto il team.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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Laura Loguercio

Lavoro nel desk video di un'agenzia stampa a Milano. Primo ho studiato Filosofia, poi ho scoperto il mondo del digitale. Scrivo di società, ma con un occhio per l’innovazione.

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