Insurello arriva in Italia: come funziona la startup che aiuta a ottenere risarcimenti

Dopo Svezia, la Danimarca e la Francia la startup insurtech Insurello è pronta a fare il proprio ingresso anche sul mercato italiano con i suoi servizi per semplificare i processi burocratici e aiutare i clienti a ricevere il giusto risarcimento dopo aver subìto un danno

Pubblicato il 15 Mar 2022

Marcus Janback, CEO e founder Insurello

Dopo la nativa Svezia, la Danimarca e la Francia, la startup insurtech Insurello è pronta a fare il proprio ingresso anche sul mercato italiano. L’obiettivo è chiaro: semplificare i processi burocratici e aiutare tutti i clienti a ricevere il giusto risarcimento dopo aver subìto un danno.

La notizia arriva in seguito a un importante round di investimenti chiuso lo scorso luglio per 15 milioni di euro. Vediamo come funzionano i servizi della startup, e quali sono le prospettive che accompagnano il suo arrivo in Italia.

Dallo sport al mondo insurance: la storia di Insurello

Insurello nasce a Stoccolma nel 2016 come conseguenza naturale delle esperienze del suo fondatore, Marcus Janback. Atleta professionista, nel corso della sua carriera sportiva Janback ha subìto diversi infortuni e ha quindi toccato con mano le difficoltà nascoste nel labirinto burocratico che dall’invio della richiesta di compensazione arriva fino al ricevimento effettivo dell’indennizzo.

Conclusa la carriera sportiva, Janback ha approfittato delle conoscenze apprese per fondare Insurello, con l’obiettivo di semplificare le procedure e fare in modo che i clienti assicurati possano accedere rapidamente alle compensazioni che spettano loro.

Partendo dalla nativa Svezia, a fine 2020 Insurello ha avviato le operazioni in Danimarca, e l’anno successivo si è espansa anche in Francia. La crescita non accenna a fermarsi: lo scorso 9 luglio la startup ha chiuso un round di investimenti da 15 milioni di euro, che si sommano ai più di 7 milioni di euro ottenuti a giugno 2020.

Dal 2016, Insurello ha aiutato più di 250 mila persone a ottenere indennizzi assicurativi, in seguito a incidenti con lesioni, dal valore complessivo di oltre 30 milioni di euro.

Come funziona Insurello

Insurello si presenta come “il modo più semplice per ottenere un risarcimento”. Per usufruire dei suoi servizi, i clienti aprono la propria pratica direttamente dal sito, in modo completamente digitalizzato e in appena dieci minuti. Ogni richiesta viene poi affidata a uno specialista competente, che raccoglie tutta la documentazione necessaria e avvia il processo con l’ente assicurativo.

Da questo momento, l’intero processo passa nelle mani di Insurello, che gestisce le procedure per conto del cliente – il quale può comunque controllare in ogni momento l’avanzamento dei lavori tramite la sua area personale – e fa tutto il necessario per portare a termine la richiesta. Se la pratica viene accettata, la startup trattiene il 25% dell’indennizzo come compenso, mentre se la procedura non va a buon fine il cliente non deve pagare alcun costo aggiuntivo.

L’arrivo in Italia

Andrea Calicchio Insurello

Ora, Insurello è pronta ad avviare le operazioni anche sul mercato italiano, che si presenta come particolarmente promettente per il settore del claim management.

“Nel 2020 si sono verificati mezzo milione di infortuni sul lavoro, e 240 mila incidenti stradali con lesioni” ha infatti spiegato Andrea Calicchio, Country Operations Manager di Insurello per l’Italia (in foto).

Secondo Calicchio, ancora troppe persone in Italia non ricevono il giusto risarcimento: “In molti casi, chi subisce un infortunio non fa ricorso alla copertura assicurativa che gli spetterebbe di diritto, perché scoraggiato dalle lungaggini burocratiche o addirittura inconsapevole rispetto a ciò che la polizza prevede. In altri casi, la scarsa conoscenza in ambito assicurativo porta le persone a ottenere meno di quanto spetterebbe loro”.

Soddisfatto anche il Ceo, Marcus Janback, secondo cui l’arrivo in Italia rappresenta “una tappa importante nel nostro piano di espansione, non solo per il volume del mercato ma soprattutto perché vediamo un’opportunità concreta di poter portare un reale valore aggiunto all’utente, innovando la filiera assicurativa”.

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