Polizze digitali in Italia: il consumatore è pronto ma non conosce l’offerta

Il 77% dei consumatori sono interessati ad acquistare polizze digitali, ma solo il 47% le compra. Cosa manca? L’offerta è inadeguata e poco conosciuta

Pubblicato il 30 Mag 2022

Perchè le polizze digitali faticano tanto a penetrare nel mercato italiano?

Sebbene il 47% di chi ha acquistato una polizza nell’ultimo anno abbia acquistato una polizza digitale – e di questi il 93% si dica soddisfatto del prodotto acquistato – il 73% dei consumatori si assicura rivolgendosi ancora a intermediari di fiducia, sintomo di un’offerta digitale non ancora sviluppata che porta il consumatore a scegliere canali di vendita tradizionali. Sono dati che emergono da una recente ricerca di IIA – Italian Insurtech Association, realizzata in partnership con Vite Sicure, Reale Mutua e I-arena.

Una conferma del fatto che, per quanto le previsioni vedano le polizze digitali coprire l’80% del totale entro il 2030, il cammino è ancora piuttosto tortuoso.

E’ interessante notare come il numero di consumatori interessanti ad acquistare questa tipologia di prodotti è in sostanzioso aumento: sono il 77% contro il 45% pre-pandemia.

Un esempio di questo trend è la recente indagine di Facile.it, che ha rilevato come già oggi 1 italiano su 3 acquisti polizze RC auto e moto digitali, direttamente da smartphone. Un 33-34% che, tuttavia, è ben lontano dal 77% degli interessati.

Cosa manca per fare il salto? L’offerta non è adeguata alla domanda, nè in termini di dimensioni che di completezza: il 65% di chi ha comprato una polizza digitale ritiene che manchino sul mercato soluzioni digitali per ambiti quali salute, infortunio alla persona, viaggi e mobilità.

“I canali digitali di vendita devono rappresentare anche uno strumento chiaro di formazione ed educazione del consumatore-acquirente”, commenta Simone Ranucci Brandimarte, Presidente di IIA. “Da questo punto di vista l’offerta attuale non è sufficiente per rispondere alla domanda digitale del consumatore: è necessario che evolva in dimensioni e tipologie di prodotti (polizze pay per use, parametriche, on demand, ecc…) che possono essere distribuite in modalità diretta, embedded o tramite le reti di intermediari”.

Il mondo insurance è indietro sulla digitalizzazione rispetto ad altri settori come il retail o il fintech, ma ci sono diversi attori, tra cui non poche startup, che lavorano per accelerare questo processo. Citiamo l’insurtech Neosurance, abilitatore tecnologico che da qualche mese ha fatto exit diventando parte dello storico gruppo italiano MAG. Citiamo Insoore, nata per la gestione dei sinistri auto, che grazie a una partnership si è espansa nel mondo property.

Ma la digitalizzazione dell’assicurazione non è soltanto in mano ai nativi del settore: diventa sempre più rilevante il ruolo all’interno dell’industria di nuovi player che potrebbero spostare gli equilibri esistenti. Sempre secondo l’indagine, il 75% degli intervistati dichiara che acquisterebbe un’assicurazione online da aziende del settore tech come ad esempio Amazon o Google.

“L’avvento di nuovi player nel settore assicurativo comporta la necessità di aumentare la comprensione di questo nuova offerta digitale, se l’industria non vuole perdere competitività”  conclude Ranucci, “La comprensione dei prodotti è una delle grandi barriere d’accesso al mercato assicurativo ed è per questo che le compagnie devono investire in programmi di education, rivolti sia ai lavoratori della filiera, ampliare l’offerta, ma anche ai consumatori che devono comprendere il valore di tali soluzioni.”

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