Mobilità del futuro: come cambierà l’assicurazione auto nel 2031

Guardare all’evoluzione dei prodotti assicurativi e dei trend nel mondo della mobilità per anticipare le caratteristiche che rivoluzioneranno il settore nei prossimi dieci anni: è lo scopo del rapporto Move to the future: la mobilità del 2031, realizzato da EY con Italian Insurtech Association. Ecco i punti chiave

Pubblicato il 27 Gen 2022

Photo by Vla Zinculescu on Unsplash

Assicurazioni e mobilità sono due settori che si trovano oggi a un punto di svolta. Cosa possiamo aspettarci dalle assicurazioni auto (e non solo) per i prossimi anni?

Si propone di rispondere a questa ambiziosa domanda il rapporto Move to the future: la mobilità del 2031, una collaborazione tra la società di consulenza EY e l’Italian Insurtech Association (IIA), l’associazione italiana per gli attori della filiera assicurativa, con l’obiettivo di guardare all’evoluzione dei prodotti assicurativi e dei trend nel mondo della mobilità per anticipare le caratteristiche che rivoluzioneranno il settore nei prossimi dieci anni.

Per quando riguarda il mondo insurance, molte delle novità citate dallo studio si possono intravedere già oggi: secondo il rapporto infatti “la pandemia da Covid-19 ha accelerato il processo di trasformazione digitale in atto nel settore assicurativo”, e per adattarsi al nuovo scenario le compagnie “stanno sviluppando nuove tipologie di prodotti abilitati dalle nuove tecnologie e in linea con i nuovi trend della mobilità”. Vediamo quali sono i meccanismi da tenere d’occhio.

Le assicurazioni auto del futuro: dal plug and play al Mobility as a Service

Il primo elemento rilevante consiste nelle polizze assicurative istantanee, on-demand o “Plug and Play”: coperture completamente personalizzabili e attivabili anche all’ultimo minuto, pensate per coprire periodi di breve durata o addirittura un singolo evento.

Continueranno a imporsi anche le soluzioni usage-based, come le polizze pay per mile o pay when you drive. Queste permettono ai clienti di personalizzare il premio in base ai chilometri effettivamente percorsi, calcolati tramite dispositivi interconnessi Internet of Things (IoT) da installare sulla propria auto o sullo smartphone. Già oggi questa tipologia di polizze sta ricevendo grande successo, come dimostrato dalle esperienze fortunate di startup insurtech come la britannica By Miles o l’americana Root Insurance.

Fondamentale anche il concetto di data-driven insurance, o “assicurazione comportamentale”: un modello, come spiegato da EY e IIA, che passa dal risarcimento dei danni alla loro prevenzione, incentivando i clienti ad adottare abitudini sicure tramite una logica di reward. Oltre che al settore automotive, dove le assicurazioni comportamentali possono spronare gli utenti a migliorare il proprio stile di guida – un esempio è la startup insurtech Carrot Insurance – questo modello può essere applicato anche al settore delle polizze mediche, offrendo sconti o rimborsi ai clienti che mostrano di seguire uno stile di vita salutare.

Altro trend da tenere d’occhio è quello delle assicurazioni embedded, quindi polizze integrate in modo quasi automatico con l’acquisto di un prodotto o un servizio offerto magari da partner esterni. Secondo il rapporto, si tratta di un cambiamento che “punta a trasformare il modello di distribuzione e che invoglia gli utenti a dotarsi di uno strumento di protezione grazie ai vantaggi in termini economici e di customer experience”. Le assicurazioni integrate semplificano infatti le procedure di acquisto delle polizze, e in questo modo attirano anche gli utenti non particolarmente interessati ad acquistarle.

C’è poi l’ampio settore dei prodotti assicurativi pensati per la micro-mobilità – pattini, biciclette, e-bike – e al Mobility as a Service, polizze legate non tanto a uno specifico mezzo di trasporto quanto a un singolo individuo che utilizza mezzi diversi, sia privati che pubblici o in sharing. Questi pacchetti, sicuramente innovativi, offrono generalmente polizze di breve durata attivabili all’occorrenza direttamente dallo smartphone: una vera e propria rivoluzione rispetto ai processi di sottoscrizione tradizionali, che possono richiedere mesi e coprono un arco di tempo ben più impegnativo.

Infine, elementi importanti per le assicurazioni auto del 2031 saranno anche i servizi di “valore aggiunto” offerti da terze parti, importanti soprattutto per garantire la soddisfazione e fidelizzazione dei clienti; e l’assistenza stradale attivata in modalità digitale, sfruttando per esempio il gps dello smartphone.

Assicurazioni per la mobilità: la situazione attuale

Secondo il sondaggio di EY e IIA, oggi i trend più diffusi sono proprio quelli del valore aggiunto e dell’assistenza stradale digitale, già presenti nel portfolio di prodotti offerti da circa il 70% degli assicuratori intervistati.

La metà delle compagnie che hanno partecipato allo studio sta inoltre puntando su prodotti per la micro-mobilità, sui pacchetti comportamentali o data driven e sulle assicurazioni integrate. Risultano ancora poco diffusi invece i prodotti on-demand, pay per mile o dedicati al Mobility as a Service, attualmente offerti soltanto dal 30% degli intervistati.

Il 78% dei partecipanti ha intenzione di investire su prodotti assicurativi specifici per i veicoli elettrici, e il 52% è convinto che le assicurazioni contro i rischi cyber dei dispositivi interconnessi – per fare un esempio, possibili violazioni della privacy legate ai gps installati a bordo dei veicoli – diventeranno un elemento cruciale entro i prossimi cinque anni.

Assicurazioni auto, la prospettiva delle digital claims

Altro elemento innovativo evidenziato dal rapporto consiste nelle digital claims, la gestione digitalizzata delle pratiche e delle richieste di compensazione avanzate dai clienti. Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, le nuove tecnologie IoT e l’analisi dei dati aumentata permetteranno infatti di “ottimizzare l’ecosistema dei sinistri”, gestendo in modo automatizzato le pratiche e riducendo le necessità di intervento umano.

Da questo punto di vista sarà fondamentale, per esempio, la possibilità di effettuare perizie tramite video per valutare automaticamente i danni, riducendo i tempi e rendendo quindi più rapida l’erogazione delle liquidazioni. Anche i sensori e i dispositivi interconnessi installati a bordo dei veicoli permetteranno di conoscere nel dettaglio la dinamica degli incidenti, eliminando il rischio di frodi o incomprensioni.

Secondo il sondaggio di EY e IIA, l’83% degli assicuratori intervistati ha intenzione di adottare le tecnologie necessarie per digitalizzare la gestione dei sinistri, il 61% intende investire su servizi di assistenza innovativi e il 44% su dispositivi IoT per la prevenzione delle frodi.

Il nuovo modello porterà benefici economici?

Secondo molti la tecnologia ridurrà le perdite per gli assicuratori: più della metà degli intervistati sostiene infatti che la progressiva digitalizzazione dei veicoli porterà a una riduzione del numero dei sinistri e quindi a un calo tra il 2% e il 10% del loss ratio, il rapporto tra sinistri avvenuti e premi incassati da un assicuratore.

Non tutti però concordano su questo punto, sicuramente invitante per le compagnie: un terzo degli intervistati crede che la digitalizzazione non porterà benefici significativi sul loss ratio perché, seppure il numero di sinistri dovesse diminuire, quelli che continueranno a verificarsi saranno più dispendiosi. L’11% degli intervistati crede invece che nel 2031 i costi per gli assicuratori, alla fine, aumenteranno.

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