Smart Home, come funzionano le tecnologie della casa del futuro

Dai wearable per il fitness a assistenti vocali, realtà aumentata, monitoraggio e robot: ecco le tecnologie per la Smart Home

Pubblicato il 13 Set 2022

Durante la pandemia di Covid-19 abbiamo dovuto imparare a svolgere molte delle attività legate al lavoro, allo sport, allo svago e al relax nello stesso luogo: la nostra casa. Proprio per questo, la domanda per prodotti del settore Smart Home, quindi dispositivi interconnessi che semplificano la nostra vita quotidiana, è nettamente aumentata, e la crescita non accenna a fermarsi: secondo un report della compagnia di market intelligence CB Insights, il giro d’affari del mondo Smart Home raggiungerà i 165 miliardi di dollari entro il 2025.

I costruttori immobiliari stanno infatti cominciando a includere i dispositivi intelligenti come elementi base presenti in tutte le nuove abitazioni. Da un lato si tratta di una strategia pensata per la generazione dei Millennial, abituati ad utilizzare la tecnologia in ogni aspetto della vita quotidiana e lavorativa. Allo stesso tempo, anche le fasce più anziane della popolazione dimostrano interesse per il mercato Smart Home, soprattutto ricercando strumenti che agevolino l’invecchiamento e semplifichino alcuni compiti stancanti.

Dal punto di vista delle aziende, il settore offre enormi opportunità per diversi tipi di player, dai produttori di elettrodomestici al mondo delle telecomunicazioni, guardando senza dubbio anche alle grandi tech companies, da Amazon a Google, e al commercio al dettaglio.

Il mondo Smart Home sta rapidamente prendendo piede anche in Italia: il mercato ha toccato i 650 milioni di euro nel 2021, con una crescita del 29% rispetto all’anno precedente, e il 46% degli abitanti possiede almeno un dispositivo interconnesso.

Ma quali sono, nel dettaglio, i device IoT (Internet of Things) che costituiscono il settore Smart Home? Li analizziamo a partire dal report di CB Insights The Future of the Home: How technology is automating and connecting the home.

Smart Home, i device interconnessi per il fitness

Lo sport è una componente essenziale di uno stile di vita sano, e i giusti dispositivi possono aiutarci a praticarlo anche nel comfort della nostra abitazione. Per esempio, grazie a sistemi interconnessi è possibile seguire un allenamento da remoto, con un istruttore virtuale sempre a disposizione sullo schermo della tv, del tablet o dello smartphone.

Device indossabili (wearables, in inglese) come gli smartwatch sono inoltre fondamentali per monitorare l’andamento e i risultati delle performance, rendendo l’esperienza di allenamento più sicura e immersiva. Allo stesso tempo, i dispositivi sono in grado di monitorare i parametri vitali di base, come il battito cardiaco o la qualità del sonno, favorendo l’adozione di una routine più salutare. Molti di questi dispositivi possono facilmente essere integrati con altri device Smart Home, come gli assistenti vocali di Amazon e Google o gli accessori dell’Apple HomeKit, per permettere l’archiviazione dei dati e il controllo da remoto.

Secondo CB Insights, nel 2021 il mercato dei dispositivi fitness interconnessi valeva 1,1 miliardi di dollari, e gli analisti prevedono che raggiungerà 1,4 miliardi entro il 2026, con un tasso annuo di crescita composto (compoung annual growth rate, CAGR) del 4,2%.

Dietro a questo promettente mercato si nasconde però il problema della privacy: i dispositivi wearables raccolgono infatti un’enorme quantità di dati personali, che i produttori possono sfruttare per proporre pubblicità personalizzate o migliorare l’esperienza di acquisto degli utenti. Alcune di queste informazioni, poi, possono esssere particolarmente sensibili, come quelle legate allo stato di salute, e dovrebbero quindi essere gestite rispettando la riservatezza dei clienti.

Gli esempi: da Pelaton alle startup

Per quanto riguarda le compagnie attive nel settore smart e home fitness è impossibile non citare Peloton, il produttore americano di attrezzature sportive interconnesse e digitalizzate considerato un vero e proprio pionere del settore. Dopo un periodo di enorme successo, che ha portato la startup a importsi sul mercato e rivoluzionare il mondo del fitness domestico, Peloton sta ora attraversando un momento difficile dal punto di vista finanziario, e a inizio settembre ha annunciato di aver chiuso il trimestre precedente con perdite per 1,24 miliardi di dollari.

Altre compagnie da seguire nel settore del fitness sono la startup Hydrow, specializzata in vogatori innovativi, o Tonal, startup attiva nell’ambito home gym.

Smart Home, VR e AR per il lavoro da remoto

Altro settore fondamentale nel mondo Smart Home è quello della realtà aumentata (Augmented Reality, AR) o virtuale (Virtual Reality, VR) applicato allo smart working. L’obiettivo è semplice: creare un’esperienza di lavoro immersiva anche per chi rimane nel proprio salotto, attivando per esempio luoghi d’incontro virtuali, organizzando tour aziendali digitalizzati o mostrando lavagne in 3D su cui prendere appunti.

Dall’altro lato della medaglia, l’utilizzo prolungato della realtà virtuale può esporre gli utenti alla visione di contenuti pubblicitari per più tempo del solito, mentre alcune aziende stanno già esplorando la possibilità di attivare canali di vendita direttamente nella realità virtuale, interagendo quindi con gli avatar degli utenti in modalità D2A, direct-to-avatar.

Gli esempi: Facebook, Microsoft e non solo

Tra i leader in questo settore troviamo Oculus VR, il marchio di Facebook dedicato proprio alla realtà virtuale. Con Horizon Workrooms, per esempio, Oculus mette a disposizione sale riunioni virtuali e offre tutti gli strumenti necessari per collaborare in maniera ottimale da remoto. Anche Microsoft si sta muovendo nel settore, con il sistema Microsoft Mesh. Le grandi aziende però non sono le uniche interessate al mondo della realtà virtuale: a marzo 2021 la startup Rec Room ha raccolto 100 milioni di dollari, diventando un unicorno della VR, mentre compagnie come Spatial e Immersed sono specializzate nel design di ambienti virtuali per lo smartworking (e non solo).

Smart Home, le tecnologie per la consegna intelligente

Secondo CB Insights, la prossima generazione delle attività di consegna dei pacchi sfrutterà a pieno i vantaggi della tecnologia, integrando nei propri servizi l’uso di lucchetti intelligenti, microcamere e identificazione biometrica, con l’obiettivo di rendere le operazioni più sicure ed efficienti.

Già oggi, con l’imposizione dell’e-commerce come modalità di acquisto, molte compagnie sono specializzate nella produzione di dispositivi intelligenti, come i campanelli interconnessi o le scatole resistenti all’acqua e al maltempo. Molti di questi dispositivi possono poi essere collegati ad app sullo smartphone, in modo che gli utenti possano avere la situazione sotto controllo anche quando sono fuori casa.

Alcuni di questi dispositivi sfruttano tecnologie all’avanguardia per la verifica biometrica, basate su fattori come il riconoscimento facciale o le impronte digitali, per rendere le consegne più sicure e offrire ai brand ulteriori possibilità per personalizzare l’esperienza e fidelizzare il cliente.

Gli esempi: Amazon e i sistemi keyless delle startup

Tra i pionieri del settore troviamo il colosso Amazon e la sua Amazon Key: una vera e propria chiave digitale, installata nelle bacheche di alcuni condomini, con cui i fattorini possono accedere temporaneamente agli edifici anche quando gli inquilini non sono presenti. Per quanto riguarda le startup, compagnie come Nuki e Igloocompany hanno sviluppato sistemi d’ingresso keyless, senza chiavi, che possono essere integrati con i sistemi di sicurezza domestici. Wyze, invece, sfrutta l’intelligenza artificiale delle sue telecamere per rilevare suoni o movimenti sospetti, e in caso di allarme attiva una registrazione video immediata nelle aree circostanti l’abitazione.

Smart Home, i sistemi di monitoraggio dinamici

I sistemi di monitoraggio dinamici sfruttano il Wi-Fi, i sistemi di sensori e una serie di algoritmi all’avanguardia per tenere sotto controllo tutto ciò che succede in casa, in modo da aiutare gli inquilini a gestire meglio fattori come l’accensione delle luci o il controllo della temperatura. Per esempio, i termostati intelligenti – tra i dispositivi più diffusi in ambito Smart Home – possono gestire autonomamente il riscaldamento, basandosi anche sulle attività svolte dagli utenti nei diversi momenti della giornata. Molti device possono poi essere integrati con lo smartphone, dando agli utenti la possibilità di alzare o abbassare la temperatura anche da remoto.

Oltre ai termostati, altro settore di spicco tra i sistemi dinamici di monitoraggio riguarda il consumo elettrico. Anche l’uso dell’acqua può essere controllato in modo efficiente da remoto, nell’intento di evitare sprechi e prevenire o sistemare eventuali perdite nelle tubature. È evidente quindi il legame tra il settore Smart Home e il mondo della sostenibilità, due universi che possono facilmente integrarsi e collaborare per aiutare gli utenti e favorire la crescita dei brand.

Anche il settore assicurativo può beneficiare dei dispositivi di monitoraggio dinamici: la tecnologia e i sistemi intelligenti permettono infatti di controllare costantemente lo stato di salute delle abitazioni, per prevenire eventuali danni e ridurre quindi i costi per gli assicuratori.

Gli esempi: una startup per monitoriare i consumi

Tra gli esempi di monitoraggio elettrico, la startup Sense ha sviluppato dispositivi che analizzano il consumo di energia nelle abitazioni per aiutare gli utenti a ridurre i costi e gli sprechi: un aiuto importante nel momento di crisi energetica che ci troviamo ad affrontare.

Smart Home, i sistemi a controllo vocale

I dispositivi Smart Home a controllo vocale si collegano ad assistenti virtuali per permettere agli utenti di controllare in modo rapido e immediato elettrodomestici come frigoriferi, forni a microonde o altri sistemi di cottura. Grazie alla loro comodità d’uso, oggi i sistemi a controllo vocale si stanno diffondendo sempre di più, e spesso rappresentano una caratteristica standard delle abitazioni costruite più di recente.

Se da un lato gli assistenti vocali possono semplificare la vita degli utilizzatori, dall’altro per funzionare correttamente devono necessariamente raccogliere grosse quantità di dati personali, che potrebbero poi essere rivenduti a terze parti.

Gli esempi: Alexa, Siri, Cortana e la startup Brilliant

Non a caso tutte le princapli aziende del mondo tech sono attive in questo settore: da Alexa di Amazon a Siri di Apple, passando per Google, Samsung e Microsoft, tutti i principali player hanno sviluppato sistemi vocali che interagiscono direttamente con gli utenti.

Anche alcune startup promettenti stanno sviluppando veri e propri sistemi integrati che permettono di controllare da remoto e automatizzare funzionalità sparse per diverse stanze, dalle luci al riscaldamento. Tra queste troviamo Briliant, compagnia californiana che si propone di “unificare tutti i device per Smart Home in un unico centro di controllo, in modo che funzionino tutti al meglio”.

Smart Home, gli assistenti robot

Oggi in ambito domestico i robot vengono sfruttati principalmente per automatizzare alcune operazioni, come abbassare le luci, controllare gli elettrodomestici e aggiustare la temperatura, ma nuove tecnologie stanno emergendo sul mercato per aiutare gli anziani o le persone con disabilità. Secondo CB Insights infatti i robot del futuro potranno apprendere nuovi movimenti e funzioni, come fare la lavatrice o sistemare gli utensili in cucina, semplicemente osservando i proprietari di casa svolgere le loro attività quotidiane.

Secondo CB Insights, la diffusione dei robot domestici è destinata a crescere nel prossimo futuro: il mercato per la “social robotics” raggiungerà i 500 milioni di dollari entro il 2023, grazie soprattutto alla crescita dei dispositivi pensati per le persone anziane.

L’abbassamento dei prezzi, però, oggi è una necessità per molti utenti: i robot domestici infatti hanno costi spesso proibitivi, di svariate migliaia di euro, che rappresentano una barriera all’acquisto per troppe persone. Anche la tecnologia utilizzata, in molti casi, presenta margini di miglioramento che le aziende stanno già cercando di colmare.

Gli esempi: iRobot di Roomba e Hello Robot

Alcune startup già presenti sul mercato sono iRobot, produttore di Roomba, il dispositivo che si muove autonomamente per la casa, grazie anche a un sistema digitalizzato di mappe e sensori, e aiuta a pulire i pavimenti. Con Stretch, la startup Hello Robot commercializza invece dispositivi che possono aiutare le persone con difficoltà motorie a svolgere in modo autonomo attività legate per esempio alla lavanderia, alla cucina o alla pulizia.

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