Climate Insurance: Descartes Underwriting, l’insurtech francese per le assicurazioni parametriche che ha raccolto 120 milioni

Descartes Underwriting opera nell’ambito della climate insurance, e sfrutta la tecnologia per predire i rischi causati da catastrofi naturali. A fine gennaio 2022 ha chiuso un round di investimenti da 120 milioni di dollari, 18 mesi dopo un primo round da 18,5

Pubblicato il 08 Feb 2022

Il team di Descartes Underwriting

Il 2022 comincia nel migliore dei modi per la startup insurtech francese Descartes Underwriting, che a fine gennaio ha chiuso un round di investimenti di Serie B da 120 milioni di dollari. Il successo arriva solo 18 mesi dopo un primo round di Serie A con cui la compagnia aveva raccolto 18,5 milioni di dollari.

Descartes Underwriting opera nell’ambito della climate insurance, e sfrutta la tecnologia per predire i rischi causati da catastrofi naturali. Ecco come funzionano i suoi servizi e quali sono i piani per il futuro, che guardano tanto al panorama insurtech francese – il principale a livello europeo – quanto a quello internazionale.

Descartes Underwriting, la francese della climate insurance

La compagnia è stata lanciata a Parigi nel 2019 da due imprenditori francesi, Sebastien Piguet e Tanguy Touffut. Il suo punto di forza sta nell’uso di tecnologie all’avanguardia per elaborare grandi quantità di dati e fornire ai clienti, principalmente aziende, tutte le informazioni necessarie per valutare e prevenire i rischi legati al clima e ai disastri naturali, problemi purtroppo sempre più concreti e frequenti.

La startup infatti sfrutta l’intelligenza artificiale e il machine learning per monitorare le condizioni climatiche di zone considerate particolarmente a rischio. I tanti strumenti utilizzati includono sensori Internet of Things (IoT), sistemi Gps, radar e immagini satellitari, che permettono di acquisire dati e rielaborarli per creare previsioni accurate.

In questo modo Descartes è in grado di offrire ai propri clienti assicurazioni parametriche estremamente precise, dove il premio viene calcolato in base alle probabilità che un evento ha di verificarsi. “I prodotti tradizionali definiscono il rischio limitandosi allo studio degli eventi passati e delle serie storiche, mentre le nostre soluzioni parametriche analizzano i fattori alla base dei fenomeni e dei rischi” si legge sul sito di Descartes. “Questo ci permette di identificare e integrare i trend climatici e l’impatto previsto degli eventi con modalità non praticabili dai prodotti basati solo su un approccio retrospettivo”.

Dopo meno di tre anni di attività, la startup conta su un team di 50 dipendenti tra ingegneri e data scientist, e collabora con più di 200 clienti corporate.

Il round da 120 milioni di dollari

Il 31 gennaio Descartes Underwriting ha annunciato di aver chiuso un round di Serie B raccogliendo 120 milioni di dollari (circa 105 milioni di euro). Il round, guidato da Highland Europe ed Eurazeo, ha visto la partecipazione di Cathay Innovation, Blackfin Capital Parners, Seaya Ventures e Mundi Ventures. Il totale dei fondi raccolti dalla startup supera così i 140 milioni di dollari.

La nuova liquidità sarà utilizzata per migliorare la propria piattaforma tecnologica, attivare nuove linee di prodotti, siglare accordi e continuare con i progetti di espansione internazionale.

Le attività di Descartes si inseriscono nel panorama del mercato insurtech francese, il primo a livello europeo dopo l’uscita del Regno Unito dall’Unione. Il Paese ospita diversi unicorni, da Alan, specializzata nel settore delle polizze mediche, a Shift Technology, che opera invece in ambito SaaS aiuta le compagnie assicurative a evitare possibili frodi. In generale, le startup insurtech francesi continuano a crescere: per fare qualche esempio, lo scorso novembre Leocare ha raccolto 116 milioni di dollari, e a fine gennaio l’insurtech parigina Luko ha acquisito la startup tedesca Coya.

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